Farmacie e crisi: servizi professionali, gestione risorse umane e “capitale paziente”. Le leve per la sostenibilità
Sostanziale tenuta del fatturato farmacie ma valore Dcr è in flessione con un trend destinato a confermarsi. Necessarie nuova remunerazione e accelerazione dei processi di evoluzione della farmacia
Se nel corso degli ultimi dieci anni si rileva una sostanziale tenuta del fatturato delle farmacie, il valore della DCR ha visto una flessione del 33%, con un trend che è destinato a confermarsi anche nei prossimi anni. Una situazione che evidenzia, da un lato, la necessità di arrivare a breve a un intervento strutturale sulla remunerazione, dall'altro di accelerare quei processi di evoluzione che possono costituire delle leve per la sostenibilità del sistema. È questo uno dei temi al centro della VII Convention di Federfarma Servizi e FederFARMA.CO, dal titolo "Distribuiamo Salute. Il valore della farmacia e della distribuzione intermedia oltre l'emergenza", che si è chiusa ieri a Milano Marittima.
Tenuta del comparto a rischio. Urge intervento e l'avvio di una logica di sistema
«La pandemia» è stato l'intervento di Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi «ha messo ancora di più in luce il ruolo essenziale della distribuzione intermedia per il sistema farmacia e per la tutela della salute della popolazione. La funzione che quotidianamente viene svolta sul territorio è determinante per garantire un'assistenza farmaceutica di qualità anche nelle aree disagiate del Paese. Ma le nostre aziende vivono uno stato di sofferenza e da troppo tempo siamo in attesa di una riforma della remunerazione che dia respiro a una situazione non più sostenibile e aggravata ulteriormente dal conflitto in Ucraina e da una crisi energetica da tempo in atto. I bilanci della distribuzione intermedia sono messi a rischio da maggiori costi su due voci che rappresentano alcune delle principali spese: l'energia e il carburante. In più occasioni ci siamo rivolti alla politica per chiedere un intervento che sia strutturale e mirato al comparto, così come è avvenuto per altri settori. Oggi, ci troviamo in un momento in cui la riforma della sanità territoriale non è più rimandabile. Si tratta di un percorso che la farmacia è chiamata a compiere, per dare risposta al Ssn e ai cittadini, ma si tratta anche di un processo che può essere affrontato con efficacia solo in una logica di sistema, con il supporto di tutti gli attori. Il comparto, come è stato dimostrato in questo periodo, ha nella distribuzione intermedia un sistema di eccellenza e, ancora di più, in quella componente rappresentata dalle società di farmacisti, pronte a essere al fianco delle farmacie, nell'interesse di tutta la rete, anche dei presidi più periferici e di più piccole dimensioni. Credo che questo valore vada compreso da parte della politica, ma anche all'interno del settore stesso. Se la relazione tra farmacista e farmacia sta cambiando, nella direzione di una sempre maggiore qualificazione e professionalizzazione, parallelamente deve cambiare anche il rapporto tra farmacie e distributore, verso una collaborazione a tutto tondo».
Valore Dcr in calo. Leve competitive in servizi ad alta professionalità e marginalità
D'altra parte, aggiunge Marco Alessandrini, amministratore delegato di Credifarma, un'evoluzione della farmacia è ormai inevitabile: «La Dcr segna da tempo una costante flessione. Se proiettiamo questo trend nei prossimi anni ci rendiamo conto che la sostenibilità della farmacia dovrà trovare le proprie basi altrove. Più che un nuovo modello di farmacia, oggi, a servire sono nuovi ambiti di attività e nuovi servizi. La farmacia dei servizi è destinata a diventare sempre più centrale, tanto che ci sarà da aspettarsi che nella valutazione del merito creditizio operata da banche e distribuzione entrerà in maniera meritevole la componente dei servizi, attorno cui si svilupperà una sorta di premialità. Sarà una componente che potrà essere supportata da finanziamenti pluriennali». Ma c'è una riflessione: «occorrerà sviluppare sempre più quei servizi che rappresentano un vero valore aggiunto in termini di risposta a bisogni sanitari. Non si tratterà di limitarsi a fare prelievo di sangue capillare, ma una presa in carico più completa, con servizi ad alta professionalità, quali Ecg, e così via. Servizi su cui, per altro, si può sviluppare una maggiore marginalità».
Più sostenibilità da gestione risorse. Cossolo: guardare a "capitali
Resta il tema delle risorse: «La farmacia» è l'intervento di Marco Cossolo, presidente di Federfarma «ha bisogno di tre tipi di risorse: professionali, organizzative ed economico finanziarie. Sul fronte professionale, si tratta di vedere ultimati quei percorsi portati avanti dalla Fofi e dall'Università di riforma del percorso di studi e della formazione in generale. Ma si tratta anche di iniziare ad avere, anche all'interno delle farmacie, una diversa visione delle risorse umane. Oggi, si parla di carenza di organico, ma non possiamo fare a meno di notare che può succedere che i farmacisti si ritrovino a svolgere mansioni di tipo burocratico, al computer o al telefono». Quello che occorre fare è strutturare maggiormente all'interno delle farmacie una logica di «organizzazione e corretta allocazione del personale, che vada a valorizzare le competenze e a liberare risorse». Certamente, per il comparto nel complesso, resta un tema di «remunerazione. Nel Def è stato messo nero su bianco l'impegno ad arrivare a una riforma, sulla base di un'analisi dell'andamento della remunerazione aggiuntiva». Così come un ulteriore tema da affrontare è quello della disponibilità di capitale anche per le farmacie «indipendenti. La concorrenza va bene, purché rimanga tale e non devii verso forme di oligopolio o altro». In questa direzione un aspetto da valutare «è l'apporto che potrebbe derivare da quello che viene chiamato il "capitale paziente", che si pone un orizzonte temporale di lungo periodo, è più favorevole alla vera innovazione e si differenzia da quello finanziario speculativo».
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A cura di Simona Zazzetta
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