Elezioni regionali, i farmacisti candidati in Lazio: le proposte e i programmi
Alle elezioni nel Lazio il 12 e 13 febbraio la sanità mette al centro anche la farmacia. A candidarsi anche cinque farmacisti, tre vengono dalle farmacie convenzionate
Non solo lotta alle liste d'attesa e tetti più alti per il personale sanitario; alle elezioni nel Lazio il 12 e 13 febbraio la sanità mette al centro anche la farmacia come seconda gamba dell'assistenza territoriale, o forse prima, visto che la medicina generale cambia pelle e veleggia verso la casa di comunità. Per il Centro-Destra, che candida Francesco Rocca, 57 anni, FdI, presidente della Croce Rossa Italiana e della Croce Rossa Internazionale, la farmacia e il medico di famiglia hanno margini per rilevare insieme servizi che la "CdC" - da costruire ed in probabile carenza di personale - difficilmente potrà offrire. Per il Centro Sinistra, che (a differenza della Lombardia) oltre al Pd include Azione-Italia Viva, scommette di più sulla casa di comunità, si candida l'attuale assessore alla Sanità Alessio D'Amato, 54 anni, sostenuto da Partito Democratico, Azione e Italia Viva, Demos, Verdi Sinistra e Possibile, Più Europa Radicali e Volt, PSI e la Civica D'Amato Presidente; per il M5S si candida Donatella Bianchi, 59 anni, volto noto della tv, veterana del programma Rai LineaBlu. Ci sono poi Rosa Rinaldi per Unione Popolare, Sonia Pecorilli per il Partito comunista, Fabrizio Pignalberi per IV Polo ed Insieme per il Lazio. Non è previsto secondo turno per il ballottaggio.
Farmacisti candidati: tre operativi nelle farmacie convenzionate
Fra gli sfidanti chiave pare favorito dai sondaggi (Ipsos, Quorum) Rocca con tra il 40 e il 42% contro il 32-34% di D'Amato ed il 20-21% di Bianchi. A candidarsi anche cinque farmacisti, tre vengono dalle farmacie convenzionate e hanno dato vita ad un confronto zoom organizzato da Federfarma Roma: per il Centro-Destra Fabio De Lillo (FDI) ed Alessio Brugnoli (Lista Rocca) e per il Centro-Sinistra Stefano Federico. "Mi candido a rappresentare il nostro mondo e spero di fare da tramite tra Federfarma e Regione - dice De Lillo. - Dopo la nostra azione capillare sul territorio in emergenza Covid-19 la politica ci riconosce un ruolo fondamentale e non siamo più visti come categoria privilegiata. I fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati destinati alle Case di Comunità, infrastrutture che non servono al servizio sanitario, perché strutture dove rischiano di mancare personale, infermieri, fisioterapisti, professionisti sanitari. Noi speriamo che invece siano investiti su medici di famiglia e farmacisti da coordinare con il personale dell'assistenza domiciliare, per interventi cioè che costerebbero 10 volte meno dei ricoveri e della gestione in casa di comunità". "La farmacia in questi anni ha accresciuto le competenze - prosegue De Lillo. - Come vaccinatori vorremmo estendere l'offerta al vaccino anti-pneumococcico e all'anti-HPV oggi somministrato dalle Asl con distacchi di tempo elevati tra prima dose e richiamo. Penso anche a telemedicina e diagnostica da organizzare in connessione con strutture ad hoc oltre che alla dematerializzazione delle ricette ed al fascicolo sanitario online".
Brugnoli sottolinea l'importanza di avere più farmacisti nella politica che conta: "È importante che non si disperdano risorse per istituzioni i cui compiti possono essere assorbiti dalla farmacia la quale, supportata ed incentivata, può rilevare funzioni delle Asl ed alleggerire la pressione sul Servizio sanitario nazionale com'è avvenuto per vaccinazioni, tamponi Covid e servizio Re-Cup di prenotazione d'esami e visite specialistiche. Bisognerà rafforzare una collaborazione tra farmacisti e medici di medicina generale ancora carente e perciò dobbiamo far sentire forte la nostra voce in Regione".
Federico sottolinea tre concetti: la farmacia territoriale come presidio imprescindibile di salute per il Servizio sanitario nazionale, il potenziamento dei servizi della legge 2009 e l'interesse per un percorso che porti i farmacisti a diversificarsi (ad esempio nella prescrizione di alcuni medicinali) così da soddisfare i bisogni delle popolazioni di riferimento. Tutti gli interventi sollecitano una costante interlocuzione tra categoria e Regione.
Cicconetti: 50 case di comunità non sostituiscono 1.752 farmacie
Ricorda Andrea Cicconetti, presidente Federfarma Roma: "Difficilmente 50 case di comunità prenderanno il posto di 1.752 farmacie sotto casa del cittadino; e se la prossimità si misura anche in termini di disponibilità oraria, noi abbiamo dimostrato di poter offrire quella disponibilità allargando gli orari di apertura in pandemia. Ora si richiede capacità di cambiare". Cicconetti cita alcune proposte Federfarma da cui sono scaturiti progetti in essere come lo screening dei tumori del colon retto. Qui grazie alla farmacia territoriale il numero di provette e di adesioni si è moltiplicato. "Stiamo poi chiedendo di attivare servizi alternativi alla distribuzione diretta in aree montane della provincia di Roma; e di dare un ruolo operativo alle farmacie nel gestire l'erogazione di presidi per i pazienti diabetici, e nella telemedicina, ricordando che per esami come l'holter (che si possono accompagnare a valutazioni da remoto ndr) la richiesta, in cambio di un prezzo "sociale" al pubblico, è cresciuta di molto: garantiamo 4300 monitoraggi l'anno". In prospettiva, altra richiesta è la specializzazione "per arrivare a prescrivere farmaci, specie in territori sguarniti di competenze medico-sanitarie".
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A cura di Sabina Mastrangelo
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