Carenze, sostenibilità e prezzo dei farmaci: i nodi da sciogliere e le criticità della filiera
Carenze di farmaci, medicinali rimborsati dal Ssn con un prezzo al pubblico che non compensa più l'inflazione, sono alcuni dei nodi che mettono a rischio la sostenibilità del comparto
Carenze di farmaci, medicinali rimborsati dal Ssn con un prezzo al pubblico - in molti casi al di sotto dei 5 euro - che non è più in grado di compensare la corsa dell'inflazione su materie prime e energia, modelli distributivi al cittadino che variano a seconda del territorio. Sono questi alcuni dei nodi che, per la filiera, mettono a rischio la sostenibilità del comparto e che sono emersi dall'evento "C'è carenza di farmaci in Europa? Strategia per il fabbisogno delle materie prime", organizzato ieri a Roma dal Centro Studi Americani, in collaborazione con Edra. Nodi, come ricordato da Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, che sono già all'attenzione del Tavolo al Ministero e del Governo.
Carenze di farmaci: equivalenti risorse, ma in Europa permangono disparità
Al centro della riflessione c'è il fenomeno dei farmaci mancanti, che ha interessato, «sia pure in misura diversa, tutta Europa» ha spiegato Roberto Tobia, segretario di Federfarma e past president Pgeu. «Un medicinale come l'ibuprofene che in Italia era mancante, in altri Paesi, come per esempio il Belgio, non lo era». Il fenomeno «ricorre in maniera ciclica tutti gli anni, in corrispondenza dei picchi influenzali, ma quest'anno è stato avvertito più intensamente, per una serie di fattori», tra cui la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. «I farmaci equivalenti sono stati una risorsa che molti Paesi hanno potuto mettere in campo per dare risposte ai cittadini, ma ancora oggi ci sono Stati come la Grecia e la Bulgaria dove sono presenti in misura inferiore». A ogni modo, «il Tavolo avviato al Ministero è stato decisivo, perché ha permesso di trovare soluzioni e, ora, il fenomeno è maggiormente sotto controllo». Per il futuro, «tra le misure su cui sarebbe importante avviare una riflessione c'è anche un sistema di monitoraggio europeo, con una condivisione dei dati a tutti i livelli della filiera, dalla produzione alla distribuzione, fino alle farmacie del territorio».
Urgono misure di sostenibilità del comparto
Anche la comunicazione è elemento determinante: «c'è stato, in alcuni momenti» ha detto Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, «un eccessivo allarmismo dalla stampa e un effetto di risonanza da parte dei social, con la conseguenza che il problema si è ulteriormente accentuato», anche a causa delle cosiddette carenze di ritorno. Ma, per Gemmato, accanto al problema delle carenze, «c'è, in Italia, l'urgenza di affrontare in maniera complessiva le strategie di farmaceutica nazionale e la Governance. Il Tavolo Ministeriale ha tra i suoi obiettivi proprio queste riflessioni, in una ottica di rafforzamento del nostro Paese, che passi anche dal riportare le fasi della produzione nel territorio nazionale». A proposito di Governance per Marco Cossolo, presidente di Federfarma, «la chiave è la programmazione e la condivisione di modelli definiti nella filiera: occorre arrivare a un sistema omogeneo e uniforme su tutta Italia, che definisca in maniera chiara la lista di farmaci destinati alla distribuzione diretta, quelli che vanno acquistati dalle Asl ma dispensati in DPC attraverso le farmacie, e quelli che sono da distribuire in convenzionata. Ma è necessario un confronto che coinvolga tutta la filiera, in modo da affrontare in maniera integrata e complessiva il ragionamento».
Il 27% dei farmaci delle liste di trasparenza sotto i 5 euro
Tra i temi affrontati c'è, non a caso, la questione della sostenibilità e del prezzo al pubblico dei farmaci: «l'Italia» ha detto Marcello Cattani, presidente di Farmindustria «ha il più basso valore dei prezzi e tra il 2020 e il 2022 ha visto un'ulteriore riduzione dell'1% del valore. Si tratta però di una strada che ci espone, in termini di comparto e di Paese». Oggi, «lo scenario che viviamo è influenzato dalla guerra in corso. Il costo delle materie prime - non solo per questa ragione - è aumentato esponenzialmente, così come quello del denaro. La tenuta del comparto produttivo è messa a dura prova e ormai è arrivato il momento di vedere la sanità come un investimento e non più come un costo».
«I farmaci con prezzo al di sotto dei 5 euro» ha aggiunto Enrique Hausermann, presidente di Egualia, «rappresentano il 27% della lista di trasparenza. Molti sono poi sotto i due euro, con un ricavo medio lato industria pari a circa un euro: considerando quanto è aumentato il costo di carta, alluminio, energia, e così via, si capisce come la situazione mini la sostenibilità stessa della produzione. Stiamo parlando oltre tutto di farmaci per le cronicità - terapie cardiovascolari, per il colesterolo -, che riguardano una fetta ampia di popolazione e di cui i pazienti hanno bisogno costantemente. Che sostenibilità può esserci dietro a una terapia per il diabete che costa 1 euro e 40?».
A questo è collegato il trend di delocalizzazione della produzione «che è stato avviato dalla fine degli anni 90, anche come misure di taglio dei costi e che ha interessato man mano tutte le fasi». La riflessione che va avviata deve vedere al centro anche l'obiettivo di «accorciare le filiere - dalla ricerca, alla produzione alla distribuzione -, per conferire al Paese maggiore autonomia e valorizzare un comparto che è già punto di riferimento globale» ha concluso Gemmato.
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A cura di Redazione Farmacista33
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