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Farmacisti

16 Marzo 2023

Carenza organico, spazi esterni, semplificazione burocrazia: le criticità dei farmacisti. Indagine Ipsos


Una indagine Ipsos, commissionata da Fofi ha analizzato l'evoluzione nel percepito della figura del farmacista e valutato le aspettative e i bisogni della popolazione. Ecco cosa è emerso


Carenza di personale, necessità di organizzare e ampliare gli spazi, eccessivo carico burocratico: sono le principali criticità avvertite dai farmacisti nel percorso evolutivo di questi tre anni che ha portato le farmacie a diventare, in molti casi, presidio sanitario sul territorio e hub vaccinale. Intanto, tra i nuovi servizi che si prendono in considerazione per ampliare il proprio ruolo, oltre alle vaccinazioni, c'è anche il deblistering. I dati emergono da una indagine Ipsos, commissionata da Fofi per analizzare l'evoluzione nel percepito della figura del farmacista e valutare le aspettative e i bisogni della popolazione, che è stata condotta tra novembre e dicembre su un campione di 1.000 italiani - rappresentativo della popolazione maggiorenne - e 400 farmacisti e che è stata presentata a Roma.

Ricerca Ipsos: burocrazia e organico le criticità avvertite dai farmacisti

«Negli ultimi tre anni» ha spiegato Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, all'evento di presentazione, «il ruolo del farmacista e della farmacia eÌ cambiato e la pandemia ha fatto da acceleratore. Il farmacista, oggi, si sente ed eÌ una figura di riferimento per il cittadino; al contempo, la farmacia eÌ sempre più un presidio di assistenza sanitaria sul territorio, svolgendo un ruolo di pubblica utilità che le viene riconosciuto dai cittadini. Questa evoluzione rappresenta, per la maggior parte dei farmacisti, una valorizzazione, ma non eÌ priva di difficoltaÌ e in questa direzione serve un supporto anche dalle Istituzioni».
A emergere, in particolare, dai dati della ricerca "Il ruolo del farmacista e delle farmacie: verifica della reputazione e del percepito d'immagine", è che tra le difficoltaÌ incontrate dai farmacisti c'è al primo posto la troppa burocrazia, indicata nel 31% delle risposte, seguita dal dialogo/ rapporto con il cliente (22%). «I cittadini oggi hanno molte fonti di informazioni e si relazionano ai farmacisti e ai medici con una diversa consapevolezza. Il dialogo è diventato più complesso, soprattutto per il fatto che c'è più confusione e spesso le persone sono convinte di avere un sapere che in realtà non hanno».
Oltre a questo, tra le difficoltà riferite c'è l'assenza dei medici di medicina generale (18%), l'approvvigionamento di farmaci e di materiale sanitario (12%), l'aumento delle attività legate ai servizi, a scapito di un ruolo più tradizionale (9%), la gestione dei tamponi (8%), le prassi dettate dalla pandemia (7%), la riorganizzazione dei ruoli, l'incertezza riguardo alle norme, il contatto con le ASL e gli Enti locali (tutti al 6%) e il poco personale in farmacia (4%).

Implementazione nuovi servizi: si guarda anche al deblistering

Per quanto riguarda i servizi, tra quelli attualmente offerti indicati dalle farmacie c'è la misurazione della pressione (97%), glicemia (83%), colesterolo e trigliceridi (73%). Mentre tra i servizi che si vuole implementare emergono la spirometria (17%) e l'assistenza infermieristica in farmacia (19%) e domiciliare (13%), ma anche Telemedicina con Ecg, holter cardiaco, holter pressorio (19%). Interessante il risultato sul deblistering o riconfezionamento personalizzato di farmaci), indicato dal 12%. Per il resto viene fatto riferimento anche all'estetica oncologica in farmacia (5%) e a trattamenti estetici/cabina estetica (9%). Da parte loro, i cittadini manifestano interesse per servizi infermieristici in farmacia (19%) e a domicilio (17%), per i servizi di vaccinazione e di analisi di primo livello: pressione (18%), colesterolo e trigliceridi (18%). Guardando in prospettiva, le principali attese di servizio dei cittadini sono molto pratiche e riguardano la prenotazione di esami e visite specialistiche (26%), l'ordine (20%) e la consegna dei farmaci a domicilio (22%).

Servono però interventi per garantire spazi adeguati

Ma, continua Pagnoncelli, «per poter implementare nuovi servizi le farmacie avrebbero bisogno in primis di riorganizzare (38%) ed ampliare gli spazi (34%), oltre che di potenziare l'organico». In particolare, la necessità è quella di aumentare il numero di professionisti sanitari di riferimento (23%) - tra cui infermiere, fisioterapista, psicologo, estetista, estetista oncologico, ostetrica -, ma anche di contare su un numero maggiore di farmacisti (22%). Supporti informatici e software che facilitino la gestione degli aspetti burocratici sono indicati nel 10% delle risposte.
A ogni modo a ritenere che il proprio presidio sia già pronto e attrezzato per i nuovi servizi è circa la metà delle farmacie (14% molto, 35% abbastanza). Per il 24% lo è "così così", "poco" per il 17%, e "per niente" per il 9%.
Mentre guardando alla propensione da parte dei farmacisti alla somministrazione, in un prossimo futuro, anche di altre tipologie di vaccini, quali per esempio i richiami delle vaccinazioni obbligatorie per i bambini, si ritiene completamente propenso (voti 9-10) il 29%, molto propenso (voto 8) il 13%, abbastanza propenso (voto 6-7) il 22%, poco (voti 1-5) il 36%. Al contempo, «la maggior parte degli italiani valuta positivamente la possibilità di un hub vaccinale in farmacia e sarebbe propensa a utilizzare questo servizio, recandosi in farmacia per i richiami obbligatori, per sé o per qualcuno della famiglia».

Indispensabile una semplificazione normativa e omogeneizzazione delle procedure

Il tema della carenza di personale è stato ripreso anche nella tavola rotonda e da Andrea Mandelli, presidente di Fofi, arriva una riflessione: «ci sono realtà in cui è diventato critico assicurare il servizio. Se già in città come Roma e Milano sono avvertite difficoltà, pensiamo alle aree montane, a quelle più disagiate, in cui anche fare il turno di notte è complicato». Da qui l'appello rivolto alle Istituzioni: «in questi giorni si sta affrontando il tema del fabbisogno di personale sanitario, per porre un rimedio alla carenza di medici e infermieri; è il momento di parlare anche di quella dei farmacisti. È necessario, cioè, ragionare su una programmazione diversa», anche se si tratta di una misura che «ha un orizzonte lungo. Serve, al contempo, anche un impegno sull'oggi». In questa direzione «occorre agire soprattutto in termini di semplificazione, per ridurre il carico burocratico, rispetto a tutti quegli aspetti che oggi non sono più attuali e, anzi, rappresentano un impedimento, in quanto sottraggono tempo all'assistenza al paziente e, soprattutto, non mettono il farmacista nelle condizioni di poter rispondere al suo bisogno di salute». Serve, allora, una «revisione normativa, per semplificare l'attività del professionista». Sul tema, «abbiamo avviato un percorso con il Ministero della salute, e stiamo facendo passi in avanti».
Poi, c'è il tema della regionalizzazione della sanità: «abbiamo troppe maniere parziali di vedere il servizio. Non c'è solo una frammentazione in termini regionali, ma anche di Asl. La declinazione del servizio è troppo complessa. Serve, allora, una alleanza perché gli obiettivi sanitari che ci poniamo possano diventare realtà per tutti i cittadini. Penso, per esempio, ai servizi: il percorso di sviluppo può perfezionarsi in spazi che siano anche al di fuori della farmacia, per andare incontro a tutte le tipologie di presidi e di realtà, dalle più grandi alle più piccole e periferiche. Ma dalle Regioni serve un supporto, per omogeneizzare le procedure ed evitare che, a livello locale, ci sia una diversa interpretazione che danneggi in primo luogo il cittadino».

Remunerazione, Schillaci: tempi maturi per rivedere il sistema e sostenere i servizi

Infine, la remunerazione: «Intendo sostenere tutte le iniziative che mirino a consolidare i servizi in farmacia e ad ampliarne il ruolo nella sanità del territorio» è stato l'intervento di Orazio Schillaci, Ministro della Salute. «I tempi sono ormai maturi per rivedere il sistema di remunerazione della filiera, che da anni deve essere aggiornato. Già ora è all'esame della conferenza Stato Regioni il decreto relativo al Riparto delle risorse della remunerazione aggiuntiva e si è provveduto alla approvazione dei cronoprogrammi regionali relativi alla sperimentazione dei servizi. Si tratta di passaggi decisivi che danno concretezza alla farmacia dei servizi e l'augurio è che tra non molto non si parlerà più di sperimentazione, ma che diventerà qualcosa di strutturale».

Francesca Giani

TAG: FARMACISTI, FEDERAZIONE DEGLI ORDINI DEI FARMACISTI - FOFI, INDAGINE

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