lavoro
03 Maggio 2024Alla vigilia del primo maggio si è tenuto un Consiglio dei ministri che ha licenziato due decreti legislativi alcuni degli interventi a sostegno di lavoratori e imprese di interesse per i dipendenti e i titolari di farmacia
Bonus per famiglie monoreddito e monogenitoriali, agevolazioni per assunzioni di under 35, donne e per l’occupazione al sud, misure per autonomi e imprese. Sono questi alcuni degli interventi a sostegno di lavoratori e imprese veicolati da due decreti legislativi licenziati dal Consiglio dei ministri che si è tenuto alla vigilia del primo maggio.
Varati dal Cdm due provvedimenti a favore di lavoratori e imprese
Tra le misure contenute nel primo provvedimento varato dal Cdm – il 13esimo decreto legislativo di attuazione della riforma del fisco - c’è il sostegno per le famiglie monoreddito o monogenitoriali, una misura che è andata ridimensionandosi a causa delle coperture. Nelle more dell’introduzione di un regime fiscale sostitutivo per la tredicesima mensilità, fa sapere il Governo, “si prevede l’erogazione, nel mese di gennaio 2025, di un’indennità di 100 euro lordi ai lavoratori dipendenti per i quali, nell’anno 2024, ricorrano congiuntamente alcune condizioni”. Nello specifico, il requisito è un “reddito complessivo non superiore a 28.000 euro”. Inoltre a essere previsto è che vi sia un “coniuge non separato e almeno un figlio, entrambi a carico, oppure almeno un figlio a carico, ove l’altro genitore manchi o non abbia riconosciuto il figlio e il contribuente non sia coniugato o, se coniugato, si sia successivamente separato, o se vi siano figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente e questi non sia coniugato o, se coniugato, si sia successivamente separato”. Per accedere all’aiuto l’imposta “lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente (con esclusione di pensioni e di assegni a esse equiparati), percepiti dal lavoratore, non deve essere d’importo superiore a quello delle detrazioni spettanti” e ne risultano esclusi i redditi fino a 8500 euro. Da quanto emerge, dovrebbe essere il datore di lavoro, come sostituto di imposta, a erogare il bonus con la busta paga di gennaio su richiesta scritta del lavoratore che attesti di averne diritto. La stima fatta dal viceministro al Mef Maurizio Leo è che al netto delle tasse – saranno applicate le normali ritenute fiscali con aliquota 23% - valga circa 77 euro, cifra che potrebbe salire in caso di “detrazioni o deduzioni di cui possa godere il lavoratore”. Il bonus, secondo le bozze circolate, sarà rapportato al periodo di lavoro prestato. Si stima possa interessare circa 1,1 milioni di famiglie.
Tra le altre previsioni, vengono poi ampliate “le componenti escluse dalla formazione del reddito di lavoro dipendente. In particolare, sono esclusi i contributi e premi versati dal datore di lavoro per i familiari a carico dei dipendenti per prestazioni, anche in forma assicurativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana, o aventi per oggetto il rischio di gravi patologie”.
Occupazione e a sostegno del sud Italia: le strategie
Nel corso del Cdm del 30 aprile è stato poi varato anche un altro provvedimento “volto a realizzare la riforma della politica di coesione - inserita nell’ambito della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) -, anche con l’obiettivo di accelerare e rafforzare l’attuazione degli interventi finanziati dalla politica di coesione 2021-2027, mirati a ridurre i divari territoriali”. Nello specifico, “i programmi di investimento interessati sono finanziati da 42 miliardi di euro di risorse europee e 32 miliardi di euro di risorse nazionali per il solo ciclo di programmazione 2021-2027, dunque 74 miliardi di euro di investimenti destinati a ridurre i divari territoriali”. Al centro c’è poi “l’individuazione di interventi prioritari in una serie di settori strategici condivisi con la Commissione europea, secondo un approccio orientato al risultato”, ma tra le misure “il decreto interviene anche per rafforzare l’occupazione delle categorie di lavoratori più svantaggiate e in generale nel Mezzogiorno”.
I bonus per le assunzioni previsti: under 35, donne e Mezzogiorno
A essere previsto è quindi un “bonus giovani, che consiste nell’esonero dal 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro – nel limite massimo di 500 euro mensili – per 2 anni, per l’assunzione di giovani con età inferiore a 35 anni, donne e, nelle Regioni della Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno, anche degli over 35 disoccupati da almeno ventiquattro mesi. Il decreto prevede inoltre un bonus donne in favore delle lavoratrici svantaggiate, con l’esonero dal 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per un massimo di 24 mesi – nel limite massimo di 650 euro su base mensile – per ciascuna lavoratrice assunta a tempo indeterminato. Il bonus si applica alle donne di qualsiasi età, con un trattamento di maggior favore per le donne residenti nel Mezzogiorno. Con il bonus ZES, il provvedimento sostiene lo sviluppo occupazionale nella ZES unica del Mezzogiorno attraverso uno sgravio contributivo del 100% per un periodo massimo di 24 mesi nel limite di 650 per ciascuno lavoratore assunto, per i datori di lavoro di aziende fino a 15 dipendenti”. Le misure valgono per le assunzioni tra luglio 2024 e la fine del 2025.
Gli interventi per il lavoro autonomo
In riferimento poi ai redditi da lavoro autonomo, “si introduce, quale criterio generale di determinazione del reddito da lavoro autonomo, il principio di onnicomprensività (in analogia ai lavoratori dipendenti): il reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni sarà costituito dalla differenza tra tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta in relazione all’attività artistica o professionale e l’ammontare delle spese sostenute nel periodo stesso nell’esercizio dell’attività. Inoltre, si prevede che siano escluse dalla formazione del reddito, oltre ai contributi assistenziali e previdenziali, anche: le somme percepite a titolo di rimborso delle spese sostenute per l’esecuzione di un incarico e addebitate al committente e il riaddebito ad altri soggetti delle spese sostenute per l’uso comune degli immobili utilizzati, anche promiscuamente, per l’esercizio di tali attività e per i servizi ad essi connessi. l’applicazione è prevista a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto”.
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