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11 Novembre 2024

Benessere lavorativo. Incentivi, flessibilità orari e community: le leve per attrarre farmacisti

Nel corso di FarmacistaPiù 2024 Farmacieunite in collaborazione con l’Ordine Farmacisti della Provincia di Treviso e Farmarca ha presentato i risultati dell’indagine La Farmacia che ascolta i farmacisti

di Simona Zazzetta


Benessere lavorativo. Incentivi, flessibilità orari e community: le leve per attrarre farmacisti

Retribuzione, crescita professionale ed equilibrio vita-lavoro rimangono gli aspetti di maggiore criticità nel livello di soddisfazione e di benessere lavorativo dei farmacisti e secondo una recente indagine la maggior parte ha già valutato offerte di lavoro o ha pensato di cambiare lavoro guardando ad altri settori. A tracciare il quadro è l’indagine “La Farmacia che ascolta i farmacisti” promossa da Farmacieunite in collaborazione con l’Ordine Farmacisti della Provincia di Treviso e Farmarca, presentata venerdì 8 novembre nel corso di FarmacistaPiù 2024.

Soddisfazione e benessere: retribuzione, carriera ed equilibrio vita-lavoro le criticità

L’indagine commissionata a un’impresa specializzata, Strategy Innovation, operante con il mondo universitario, ha valutato lo stato di benessere di 212 farmacisti di varia età, operanti contesti cittadini e rurali, dei quali il 73% quali si sono dichiarati soddisfatti nel rapporto con la clientela e il 63% per il clima organizzativo sia tra colleghi che con i titolari. Tuttavia, è risultato più ampio lo stato generale di insoddisfazione professionale in quanto il 74% è insoddisfatto della retribuzione, il 43% della realizzazione professionale per la carente prospettiva di carriera ed il 44% ha espresso difficoltà a conciliare vita privata e lavoro. Inoltre, le risposte hanno evidenziato una polarizzazione tra over 60 e giovani tra i 30 e 40 anni, dove i primi hanno espresso maggiore soddisfazione professionale rispetto ai farmacisti più giovani.

Attrarre talenti: le leve per trattenere i farmacisti   

“Attrarre e trattenere i talenti in azienda è una delle grandi sfide con le quali si trovano a fare i conti oggi le imprese di tutti i settori” hanno spiegato Gian Paolo Lazzer e Chiara Fossetta di Strategy Innovation, illustrando i risultati della ricerca secondo cui l’82% dei farmacisti intervistati ha dichiarato di aver pensato concretamente di cambiare lavoro, il 62% potendo tornare indietro, non sceglierebbe più la professione di farmacista e il 69% ha dichiarato di aver valutato altre offerte di lavoro anche diverso da quello del farmacista. 

Andando ad analizzare quali tipi di offerte hanno preso in considerazione, hanno spiegato i due relatori, solo il 30% riguardava posizioni strettamente legate alla professione del farmacista, mentre il 70% ha valutato proposte in settori affini, nella farmaceutica o in ambito salute e benessere. Altri ambiti esplorati includevano posizioni da insegnante, ruoli all'interno di aziende, o attività commerciali e ristorative. Secondo i due esperti “se un tempo i competitor rispetto ai dipendenti erano le altre farmacie, oggi lo sono gli altri settori e le catene di farmacie ed è necessario iniziare a parlare il linguaggio delle aziende, come per esempio introdurre il tema del welfare secondario come leva che l’impresa farmacia dovrebbe integrare per attirare farmacisti e trattenerli in organico”.

L’indagine ha chiesto ai farmacisti quali sono le priorità per servizi e iniziative di welfare: “Ai primi cinque posti delle priorità troviamo i servizi mirati a sostenere il bilancio personale o familiare, aumentando così il potere d'acquisto. Al primo posto ci sono voucher e buoni spesa; al secondo, incentivi remunerativi, premi e bonus. Al terzo posto, emerge la priorità della flessibilità oraria, come la gestione dei turni e dei weekend. Al quarto e al quinto posto i servizi di supporto alla genitorialità e alla famiglia e i permessi e congedi aggiuntivi. Abbiamo anche indagato la percezione dei piani di welfare secondario e più del 50% dei farmacisti ha dichiarato di non saperne molto. Ed è emerso che questo problema è molto comune nelle farmacie indipendenti, mentre nelle grandi catene di farmacie, strutture molto più organizzate, sono spesso dotate di una funzione dedicata, come un HR manager, che si occupa specificamente di attivare questo tipo di servizi”.

Manifesto welfare: risposta al malessere professionale dei farmacisti

Dall’analisi della ricerca sono emerse alcune strategie che le farmacie potrebbero adottare “per cercare di rimediare a questo malessere professionale”. Gli esperti le hanno raccolte in un vademecum simbolicamente definito il “Manifesto per il welfare, volto ad incrementare il benessere dei farmacisti sul luogo di lavoro”. 

Questi gli 8 punti del manifesto: 

Incentivi - che possono essere economici e/o benefit come buoni pasto, auto aziendale e simili;

Equilibrio vita-lavoro - sia per la famiglia, come ad esempio con permessi aggiuntivi per esigenze familiari, e tempo libero con orario più flessibile, convenzioni per teatri, cinema e altro; 

Carriera – supportata da un lato da formazione che vada oltre a quella obbligatoria e dall’altro da prospettive di progressione professionale; 

Spazi e mobilità - sia interni alle aziende, creando situazioni lavorative di maggiore comfort, e sia esterni con incentivi per l’utilizzo dei mezzi di trasporto piuttosto che posteggi auto riservati; 

Benessere - mentale e fisico per gestire sia lo stress lavorativo con la possibilità di accedere ad esempio a consulenze psicologiche, e sia fisico con incentivi per praticare attività fisica; 

Stare insieme – sia nel luogo di lavoro con momenti di dialogo e condivisione, e sia al di fuori dello stesso con l’organizzazione periodica di team building e momenti di svago condivisi; 

Coinvolgimento - nell’ascoltare il personale e nel promuovere con una comunicazione aperta e trasparente la condivisione di obiettivi comuni; 

Creazione di una Community Welfare con la quale personalizzare servizi ed iniziative di welfare e collaborare affinché il piano di welfare abbia un impatto concreto e duraturo.

La farmacia luogo di benessere anche per i dipendenti

“Da quella ricerca è emerso che il farmacista oggi è sempre più un manager, che la farmacia deve essere un luogo di benessere (non solo per l’utenza ma anche per chi vi lavora) – ha commentato Livio Patelli, consigliere e responsabile della comunicazione di Farmacieunite. - Il ruolo sempre più centrale della farmacia deve necessariamente passare per la presenza di personale preparato e non possiamo pensare di aumentare la qualità e i servizi erogati senza questa condizione, a cui va affiancata l’urgenza di recuperare farmacisti. Ricordo che il 77% delle farmacie lamenta difficoltà ad assumere personale, le iscrizioni alle facoltà di farmacia diminuiscono, dobbiamo quindi creare più appeal verso questa professione e creare le condizioni affinché i farmacisti titolari investano sempre di più nei luoghi di lavoro. Da qui nasce l’esigenza di fotografare nel dettaglio lo stato di benessere dei collaboratori per poter strutturare nelle nostre farmacie condizioni che soddisfino chi vi lavora”.
“Solo conoscendo i fenomeni che stiamo vivendo possiamo trovare soluzioni che soddisfino la categoria – ha aggiunto Maria Cama consigliere dell’Ordine Farmacisti della Provincia di Treviso –. La pandemia ha accelerato l'evoluzione della professione e il nostro ruolo ed avviato un’evoluzione dei servizi offerti all’utenza. Dobbiamo essere capaci di rinnovarci e di cambiare e solo conoscendo lo stato attuale del benessere in farmacia possiamo agire e capire come avviare una possibile innovazione. Da questa ricerca è emersa la necessità di dare nuovi strumenti alla professione che è sempre più impegnativa e pesante, il lavoro al banco non è più soltanto quello della distribuzione del farmaco e del consiglio. Oggi ci si prende cura dei cittadini e dei loro bisogni di salute. Tutto questo necessita di competenze, formazione trasversale, presenza costante, dobbiamo quindi trovare soluzioni per fare questo e rendere la professione più soddisfacente e più appetibile alle nuove generazioni”.

“Una chiave di lettura per superare la realtà attuale ben fotografata nella ricerca di Farmacieunite passa sicuramente per un sistema di welfare – ha concluso Cama – nel quale sia previsto anche l’avanzamento di carriera: mi rendo che questo significa cambiare una mentalità vigente da decenni ma ritengo che questo sia il momento storico per cominciare a discuterne in maniera fattiva. Inoltre, evidenzio che quasi l’80 % dei farmacisti iscritti all’Ordine sono donne e queste ancora oggi hanno il maggior carico familiare, e anche questo sarà un tema da affrontare”.

TAG: WELFARE, RETRIBUZIONE DEI FARMACISTI, FARMACIE

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