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05 Novembre 2024Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Nutrition mostra che la vitamina B12 potrebbe svolgere un ruolo cruciale nell'aumentare i livelli di testosterone e migliorare il profilo ormonale androgenico negli uomini con infertilità
L'infertilità maschile è una problematica crescente, spesso legata a fattori come il calo dei livelli di testosterone, influenzati da uno stile di vita e un'alimentazione non corretta, più ricca di grassi e zuccheri raffinati e meno ricca di nutrienti essenziali. Un nuovo studio ha esaminato per la prima volta la relazione tra i livelli sierici di vitamina B12 e vari ormoni riproduttivi, evidenziando come un'adeguata concentrazione di questo micronutriente possa ridurre significativamente il rischio di ipogonadismo e potenziare la spermatogenesi.
Lo studio ha coinvolto 303 uomini infertili reclutati presso il Mount Sinai Hospital di Toronto, con un'età media di 36,5 anni. La raccolta dei dati ha incluso prelievi di sangue per misurare i livelli sierici di vitamina B12 e di vari ormoni riproduttivi, tra cui testosterone, ormone follicolo-stimolante (FSH), ormone luteinizzante (LH), estradiolo e prolattina. Una caratteristica fondamentale dello studio era la suddivisione dei partecipanti in terzili in base ai livelli di vitamina B12, al fine di comprendere meglio come diversi livelli di vitamina influenzassero gli ormoni riproduttivi.
I risultati mostrano che gli uomini con livelli più alti di vitamina B12 avevano una maggiore probabilità di avere livelli ottimali di testosterone. Gli uomini nel terzile più basso di vitamina B12 mostravano un rischio significativamente maggiore di carenza di testosterone rispetto a quelli nei terzili medio e alto. Questa associazione è rimasta significativa anche dopo l'aggiustamento delle variabili come età e BMI.
Non è stata trovata, invece, alcuna associazione significativa tra la vitamina B12 e altri ormoni riproduttivi come FSH, LH, prolattina ed estradiolo. Questo suggerisce che l'effetto della vitamina B12 potrebbe essere specificamente legato alla produzione di testosterone e non influenzare direttamente la funzione degli altri ormoni riproduttivi, che regolano i processi come la spermatogenesi.
Gli autori evidenziano che questo studio offre importanti implicazioni per la pratica clinica, suggerendo che il monitoraggio dei livelli di vitamina B12 potrebbe diventare una componente essenziale nella valutazione della salute riproduttiva maschile, in particolare nella gestione del testosterone. L'integrazione di vitamina B12 potrebbe poi essere considerata parte di un approccio nutrizionale personalizzato per gli uomini con infertilità, specialmente nei casi in cui si riscontrano livelli subottimali di testosterone. Tuttavia, saranno necessari ulteriori studi longitudinali e sperimentali per confermare se l'integrazione possa effettivamente migliorare l'infertilità maschile, poiché il disegno trasversale dello studio non permette di stabilire una causalità certa ei risultati potrebbero non essere applicabili ad altre popolazioni.
Fonte:
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0022316624003523?via%3Dihub
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