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Integratori alimentari

17 Giugno 2025

Deficit di ferro in gravidanza e rischio di difetti congeniti nel bambino. Ecco quando suggerire integrazione

Uno studio condotto su coppie madre-figlio del Regno Unito ha messo in evidenza una possibile associazione tra carenza di ferro durante la gravidanza e un aumento del rischio di cardiopatie congenite nei figli. Il farmacista, nel suo ruolo di esperto del farmaco, può indicare come seguire al meglio un’eventuale terapia integrativa

di Sabina Mastrangelo


Deficit di ferro in gravidanza e rischio di difetti congeniti nel bambino. Ecco quando suggerire integrazione

La carenza di ferro durante la gravidanza è associata a un aumento del 47% del rischio di cardiopatie congenite nei figli. Per questo, l’integrazione di ferro nella fase periconcezionale potrebbe ridurre il rischio di queste condizioni. È quanto evidenzia, su BJOG: An International Journal of Obstetrics and Gynaecology, un team dell’Università di Oxford coordinato da Manisha Nair. La ricerca potrebbe incoraggiare i farmacisti ad educare le donne in gravidanza sull’opportunità di seguire un’integrazione di ferro, anche se sono necessari ulteriori studi per convalidare l’associazione prima di implementare misure su larga scala, come evidenziano gli stessi autori.

Cardiopatie congenite, rischi e diffusione

Le cardiopatie sono la tipologia più comune tra i difetti congeniti. In Italia, circa un neonato ogni 100 nati vivi è affetto da una cardiopatia congenita, definita come un’anomalia del cuore e/o dei grandi vasi, già presente nella vita fetale. Le cardiopatie congenite hanno una mortalità del 4% in epoca neonatale, anche se il rischio di complicanze ed outcome differisce in base alla gravità e alla complessità del difetto. Alcune cardiopatie sono definite critiche, mettendo a rischio di scompenso acuto, e necessitano di una procedura interventistica entro il primo mese. In questi casi, si stima che la prevalenza sia di uno ogni 1000 nati vivi. Tenendo conto che il cuore si sviluppa tra la terza e l’ottava settimana di gestazione, secondo i ricercatori britannici, durante questo periodo l’anemia materna può compromettere la disponibilità di nutrienti essenziali e ossigeno, influenzando lo sviluppo cardiaco. 

Associazione tra deficit di ferro nella madre e cardiopatie

La ricerca ha preso in considerazione i dati su coppie madre-neonato in cui al bambino era stata diagnosticata una cardiopatia coronarica entro i primi 5 anni dalla nascita, confrontate con coppie senza diagnosi di cardiopatia coronarica. L’anemia materna è stata definita come un livello di emoglobina inferiore a 110 g/L nei primi 100 giorni di gravidanza. Dai risultati è emerso che il 4,4% delle madri con figli affetti da cardiopatia congenita presentava anemia, contro il 2,8% di quelle che avevano dato alla luce un figlio senza la malattia congenita. La probabilità di cardiopatia coronarica nella prole, dunque, era del 47% maggiore tra le madri anemiche (odds ratio aggiustato 1,47; intervallo di confidenza al 95% 1,18, 1,83; p = 0,0006). Inoltre, i tipi più comuni di cardiopatia coronarica erano il difetto del setto ventricolare (VSD), nel 32% dei casi, il difetto del setto atriale (DIA), nel 23%, e il dotto arterioso pervio (PDA), nel 14%. 

Approcci utili e ruolo del farmacista

Secondo gli autori, l’integrazione di ferro potrebbe essere un approccio utile a prevenire l’anemia nelle donne in gravidanza. In questo senso, i farmacisti potrebbero avere un ruolo chiave nell’educare le donne sull’importanza dell’integrazione di ferro durante la gestazione, spiegando come in questa fase, il fabbisogno di ferro aumenti per supportare la crescita del feto e della placenta, nonché per l’aumento del volume ematico materno. Inoltre, i farmacisti possono discutere i diversi tipi di integratori, evidenziando le potenziali differenze nell’assorbimento e negli effetti avversi e raccomandando alle donne il momento migliore per assumere gli integratori, di assumerli a stomaco vuoto con acqua o una fonte di vitamina C per migliorarne l’assorbimento. I farmacisti, infine, possono consigliare alimenti e farmaci che ostacolano l’assorbimento del ferro, come alimenti ricchi di calcio, antiacidi e alcuni antibiotici, per contribuire, così, al benessere della madre e del feto in via di sviluppo.

Fonte

Nair M. et al., Maternal anaemia and congenital heart disease in offspring: a case-control study using linked electronic health records in the United Kingdom. BJOG (2025); doi: 10.1111/1471-0528.18150

Cardiopatie congenite critiche: colpiscono un neonato su mille. https://www.sin-neonatologia.it/cardiopatie-congenite-critiche-colpiscono-un-neonato-su-mille/

Study findings suggest addressing maternal anemia could reduce risk of congenital heart disease in infants. https://www.pharmacytimes.com/view/study-findings-suggest-addressing-maternal-anemia-could-reduce-risk-of-congenital-heart-disease-in-infants

TAG: INTEGRATORI ALIMENTARI, GRAVIDANZA, FERRO ALIMENTARE, CARENZA, FARMACISTA

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