Vaccini
19 Ottobre 2023 Se a livello clinico la co-somministrazione dei due vaccini non presenta problematiche particolari ed è indicata dal Ministero, la gestione delle dosi presenta complessità logistiche e organizzative
La stagione vaccinale sia contro il Covid-19 sia contro l’influenza è avviata e riguarda popolazioni a rischio che spesso coincidono, ma a coincidere meno sono le consegne e le tempistiche regionali. E se a livello clinico la co-somministrazione dei due vaccini non presenta problematiche particolari ed è indicata dal Ministero, la gestione delle dosi presenta complessità logistiche e organizzative che preoccupano i medici di famigli, come riporta un approfondimento pubblicato da Doctor33.
Consegna vaccini: a che punto sono le Regioni?
Il vaccino anti-Sars Cov2 sta arrivando sul territorio progressivamente. I richiami in Lombardia dal 9 ottobre si prenotano in farmacia, al servizio di prevenzione Asl o, dove c’è, in casa di comunità-hub. Il Lazio è partito dal 2 ottobre. In Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Marche, Toscana e Puglia, partite pochi giorni fa, è previsto il contributo di Mmg e pediatri con specifici accordi. In Basilicata ci si prenota via Postamat ai punti vaccinali distrettuali. Altre regioni sono più indietro. Si devono raggiungere gli over 60, i fragili tra 6 mesi e 59 anni se hanno patologie a rischio in caso di malattia (e i loro conviventi), gli ospiti di strutture per lungodegenti, le donne in gravidanza, gli operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza, e persino gli studenti di medicina. Per l’antinfluenzale, molte Regioni invece sono già partite. Sedici, ne ha contate il “think tank” Salutequità. Ma ha anche messo in guardia: la scorsa stagione la copertura della popolazione target (anziani over 60, bambini da 6 mesi a 6 anni, fragili) è diminuita di 10 punti percentuali, scendendo al 56,7% di media nazionale. L’Associazione guidata da Tonino Aceti ricorda che i costi indiretti e diretti dell’influenza assommano a 10 miliardi di cui 2 a carico del Servizio sanitario. Bene, dunque per le regioni essersi mosse prima, e puntare sulla capillarità del medico di famiglia. Viste le differenze tra i due ambiti vaccinali, vediamo ora i problemi sul campo.
Conservazione e gestione di dosi e siringhe e tempistiche di somministrazione
Campania, meno burocrazia. «Da noi è stato appena confermato l’accordo tra medici di famiglia e Regione per vaccinare contro il Covid-19. Vaccineremo sia contro l’influenza sia contro il Covid-19», dice Federico Iannicelli segretario regionale Fimmg. «Ci hanno già fornito l’antinfluenzale, consegnato più o meno nella stessa data in tutta Itala. Ma attenzione, c’è caldo, e a Sud la temperatura si alza più tardi, l’adesione all’inizio non va allo stesso modo. Invece il vaccino Covid deve ancora arrivare, penso inizieremo a novembre. Stavolta può essere gestito più agevolmente sia sotto il profilo della maneggevolezza sia sotto quello burocratico. Il flaconcino di cui disporremo si conserva fino a 30 giorni nei nostri frigoriferi».
L’immunizzazione può essere fatta in simultanea con l’antinfluenzale. Saranno due siringhe diverse su due braccia diverse nella stessa seduta, «lo suggeriscono le notifiche ministeriali. Ma con l’antinfluenzale, per motivi di gestione, potremmo dover partire prima e poi riconvocare i pazienti per l’ulteriore iniezione anti-Covid-19. Non stiamo trovando grande sensibilità, toccherà sfoderare il “carisma” del medico curante. L’utenza pare disorientata anche da circolari ministeriali recenti, quando impediscono di dare i giorni di assenza ad un assistito Covid infettivo asintomatico e di fatto obbligano a mandarlo al lavoro fra persone talora fragili, non tenendo conto dei rischi». Ci sono poi i problemi burocratici. «L’accordo per i vaccini Covid si articola per provincia. A Caserta abbiamo vaccinato in pochi perché ogni somministrazione prendeva 20 minuti tra download dei modelli, stampa, compilazione, scansione, caricamento del documento informatico per il centro vaccinale Asl. Ora ci si dice che basterà raccogliere una firma e conservare documentazione cartacea. Bene invece la sincronizzazione tra i nostri dati e quelli riportati dal portale regionale Sinfonia».
Uniformare le campagne tra le Asl
Veneto, serve personale per le sedute. «La Regione ci ha assicurato che la fornitura di antinfluenzale è in linea mentre per il Sars-Cov2 c’è una fornitura in corso di 24 mila dosi settimanali a tutti i punti erogatori, alla fine saranno sufficienti per la copertura. Ma noi non abbiamo avuto ancora niente e re-incontreremo l'Assessorato. Anche per fare in modo che la campagna non sia diversa da un’Ulss all’altra, serve un progetto condiviso», spiega il segretario Fimmg Veneto Maurizio Scassola. Che dettaglia: «Se rispetto al passato i problemi di conservazione sono minori, non è ancora chiaro come dividersi i compiti sulle vaccinazioni a domicilio, antinfluenzali ed anti-Covid: i flaconi da 6 dosi per l’anti-Covid vanno impiegati tutti. Ma una visita domiciliare con il viaggio dura un’ora se non di più, il sacrificio di tempo per il medico di assistenza primaria è immenso. In emergenza sono stati impiegati i colleghi della Continuità assistenziale con successo. Un ruolo potrebbero rivestirlo gli infermieri di distretto. Certo, difficilmente riavremo gli hub vaccinali che immunizzavano larghe quantità di popolazione, il modello organizzativo è delegato ai medici di famiglia. E noi facciamo moltissimo, ma il 40-45% non ha collaboratore né infermiere. Serve uno sforzo della Regione e serve un accordo regionale adeguato. Ci puntiamo tutti molto».
Lombardia, sul Covid ci sono problemi. A Milano il vaccino Covid è dato in arrivo anche tra i medici di famiglia, che vaccinano su base volontaria. Molto più estesa sembra l’adesione alla campagna antinfluenzale, che riguarda il 60-70% della categoria. «Sui vaccini Covid registriamo problemi organizzativi, di maneggevolezza», dice il Segretario Snami Milano Ugo Tamborini. «Da ogni flacone il medico dovrebbe estrarre sei dosi da consumare tutte nella stessa seduta, ma non sempre è prevedibile raggiungere altrettanti pazienti. Anche organizzando giornate ad hoc per la vaccinazione, se poi un assistito non viene si genera spreco. Con altrettanto margine di rischio si può concordare sul momento la vaccinazione con il paziente che viene in studio. In molti però hanno fatto da poco tempo l’ultima infezione Covid, quando non l’ultima inoculazione. Sembra superato invece il problema del diverso approvvigionamento. Inizialmente si parlava di ritirare il vaccino Covid in ATS tutti, mentre l’antinfluenzale lo ritiriamo in farmacia. Invece ora sarebbero in arrivo confezioni da 60 dosi».
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
06/02/2025
La Commissione Europea ha pubblicato le linee guida per imprese e Stati membri, stabilendo un quadro chiaro per l’attuazione delle regole e garantendo certezza giuridica agli operatori del settore,...
A cura di Redazione Farmacista33
05/02/2025
La Commissione Europea ha proposto un piano per aiutare gli Stati membri a contrastare l'aumento degli attacchi informatici a ospedali e all'intero settore sanitario
A cura di Cristoforo Zervos
04/02/2025
Il consigliere regionale dell'Emilia Romagna, Paolo Trande, presenta un'interpellanza alla regione per estendere il servizio di CUP nelle parafarmacie in tutta la regione
A cura di Redazione Farmacista33
04/02/2025
E' stata presentata l'operatività della Piattaforma nazionale di telemedicina che entro dicembre 2025 darà assistenza in remoto ad almeno 300 mila pazienti. Acquistate infrastrutture e postazioni...
A cura di Simona Zazzetta
©2025 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)