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14 Novembre 2023 Presentato a Milano del Report “Il ruolo della filiera healthcare nel Servizio Sanitario Nazionale” dell’Osservatorio GIMBE finanziato dal Consorzio Dafne
La filiera healthcare è un ecosistema integrato che include produttori, depositi, logistica, distributori grossisti, farmacie e ospedali, e che offre un contributo cruciale per la sostenibilità del SSN e garantisce la tempestiva disponibilità dei medicinali, ma ci sono difformità regionali nelle modalità di erogazione che determinano disuguaglianze di accesso alle cure e di spesa soprattutto nelle Regioni del Sud. L’Italia potrebbe fare di più per ridurre le disparità territoriali, come recepire le Linee guida sulle Buone Pratiche di Distribuzione dei medicinali per uso umano pubblicate dalla Commissione europea nel 2013. Sono le considerazioni emerse nel corso della presentazione, a Milano del Report “Il ruolo della filiera healthcare nel Servizio Sanitario Nazionale” dell’Osservatorio GIMBE finanziato dal Consorzio Dafne, community di riferimento per la filiera healthcare. Il report offre una sintesi di tutte le principali informazioni disponibili sulla filiera distributiva healthcare, analizza le caratteristiche della logistica con un focus dedicato alle carenze di farmaci e ruolo della supply chain.
Distribuzione dei farmaci, le difformità a livello regionale
Le principali difformità a livello regionale nella distribuzione dei farmaci sono in ambito ospedale-territorio, con modalità di erogazione dei farmaci che variano determinando disuguaglianze di accesso per i pazienti. Secondo i dati Aifa, la spesa pro-capite complessiva nei due canali, diretta e per conto, che nel 2022 è stata di 160,9 euro corrispondenti a circa € 9,5 miliardi totali, registra un valore maggiore nelle Regioni del Sud 177,9 euro) rispetto a quelle del Centro (162,7 euro) e del Nord (148,2 euro), con andamenti molto diversi per le due differenti modalità di dispensazione.
Per esempio, la distribuzione diretta che a livello nazionale registra un valore pro capite di 121,1 euro, in Sardegna sale 160,7 contro la Provincia autonoma di Trento con 52,3 euro. La distribuzione per conto, che a livello nazionale registra valore pro capite di 39,8 euro, in Molise raggiunge il valore più alto con 63,9 euro l’Emilia-Romagna segna il valore la più basso di 26,5 euro.
In 5 Regioni la distribuzione diretta registra percentuali superiori all’80%: Sardegna (98,9%), Valle d’Aosta (89,8%), Emilia-Romagna (84,7%), Abruzzo (83,8%) e Provincia autonoma di Bolzano (80,6%); i valori più bassi si rilevano nella Provincia autonoma di Trento (62,1%) e nel Lazio (62,8%).
Il costo medio del servizio di distribuzione dei medicinali erogati in distribuzione per conto tramite le farmacie convenzionate nel 2022 è stato pari a 7,05 euro a confezione, pari al 17,1% del prezzo d’acquisto da parte del SSN. Tuttavia, analizzando la variabilità regionale, il costo più elevato è stato registrato in Basilicata (11,73 euro), nel Lazio (10,48 euro) e in Lombardia (9,35 euro), mentre i valori più bassi si rilevano in Emilia-Romagna (4,17), Liguria (4,94 euro) e Sicilia (5,68 euro).
Fornitura farmaci, irreperibilità e tracciabilità
La lista dei farmaci temporaneamente carenti aggiornata dall’Aifa il 20 ottobre 2023 include 3.471, che nell’89% (3.137) hanno alternative terapeutiche, mentre per il restante 11% (374) è possibile l’importazione del farmaco mancante dall’estero.
La filiera healthcare (produttori, depositari, fornitori di servizi logistici, grossisti, farmacie e ospedali) attraverso una rete capillare garantisce reperibilità dei farmaci, tempestività della consegna, corretta conservazione e tracciabilità.
Inoltre, “l’accorpamento delle consegne, con riduzione del numero medio di visite giornaliere in farmacie e parafarmacie, senza impattare sulla continuità né sul livello di servizio al cittadino/paziente – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – rappresenta un’importante svolta in termini di sostenibilità ambientale, economica, ma anche sociale”.
I grossisti possono avere un ruolo cruciale contribuendo ad una riduzione del numero di colli in entrata da parte dei produttori senza inficiare il livello di servizio al paziente: nel 2021, a fronte di circa 750 mila spedizioni in entrata, i distributori intermedi hanno gestito circa 21 milioni di spedizioni verso gli oltre 25 mila punti di vendita presenti in Italia tra farmacie e parafarmacie. “Questa attività è cruciale per la tempestiva disponibilità dei medicinali al cittadino – puntualizza Mosti – in quanto la distribuzione intermedia, pur detenendo elevati stock di medicinali, deve garantirne la tempestiva consegna anche pluri-giornaliera e con tempistiche predefinite alle farmacie”.
A livello europeo è stato stabilito un modello univoco da perseguire per ammodernare la filiera distributiva e il 5 novembre 2013 la Commissione Europea ha pubblicato le Linee guida sulle Buone Pratiche di Distribuzione dei medicinali per uso umano, in Italia non ancora recepite, che stabiliscono gli strumenti per assistere i distributori all’ingrosso nell’esercizio delle loro attività al fine di proteggere la filiera da contraffazioni e falsificazioni.
Un ulteriore aspetto approfondito nel report è rappresentato dal sistema di controllo diffuso dei farmaci sul territorio, che va dalla registrazione univoca dei soggetti coinvolti nella distribuzione dei medicinali (siti logistici autorizzati che alimentano la Banca Dati Centrale dell’AIFA) ai meccanismi di identificazione delle confezioni, il bollino farmaceutico e l’imminente serializzazione prevista dalla Direttiva Europea Anticontraffazione (Falsified Medicines Directive), fino alla completa tracciabilità basata sul monitoraggio elettronico delle movimentazioni, dal sistema produttivo lungo tutta la catena distributiva, che ha reso la filiera più sicura rafforzando le misure di contrasto delle possibili frodi.
Una filiera che crea valore
Lo studio conferma l’importanza di attribuire il giusto riconoscimento al contributo fornito dai diversi attori per il corretto e regolare funzionamento della filiera della Salute.
“Questo report – sottolinea Nino Cartabellotta, Presidente di Fondazione GIMBE – evidenzia il determinante contributo della filiera healthcare: un aspetto per lo più sconosciuto ai cittadini, ma cruciale per la sostenibilità del SSN, per la riduzione delle diseguaglianze nell’accesso ai farmaci e, in ultima analisi, per l’efficacia delle cure ai pazienti”.
“Siamo convinti che sia indispensabile traguardare l’ecosistema healthcare adottando un approccio inclusivo e trasversale - afferma Daniele Marazzi, Consigliere Delegato del Consorzio Dafne. - Troppo spesso, infatti, vediamo decisioni che si rivelano miopi, di corto respiro, se non addirittura dannose, discendere dalla semplice mancanza di considerazione prestata alla prospettiva di questa o quella categoria di attori, che poi si rivelano essenziali per la traduzione concreta, nell’operatività quotidiana, di scelte anche istituzionali prese sulla scorta di tavoli parziali”.
“Il dibattito pubblico, al pari di quello istituzionale, tende a trascurare alcuni elementi strutturali della filiera healthcare, nonché intere categorie di attori che pure ne sono parte integrante e che rivestono un ruolo fondamentale e indispensabile al corretto funzionamento dell’ecosistema Salute in tutto il Paese – sottolinea Irene Facchinetti, Head of Advocacy & Community Enhancement del Consorzio Dafne. Da qui nasce un’indagine rigorosa, “in grado di fungere da base di partenza per un confronto serio e costruttivo tra tutte le parti interessate” conclude.
Per il Report “Il ruolo della filiera healthcare nel Servizio Sanitario Nazionale” cliccare qui
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