Distribuzione intermedia
04 Ottobre 2024Le associazioni di categoria chiedono esenzioni per alcune categorie di farmaci: rischio ritardi nella fornitura e aumento costi per il settore, già in difficoltà, se non si interviene per semplificare il processo di verifica previsto dal Regolamento Ue 2016/161
L’esenzione dei grossisti dalla verifica dell’identificativo univoco per determinate categorie di farmaci è una delle principali criticità, secondo le aziende della distribuzione intermedia, del processo di adeguamento al Regolamento delegato UE 2016/161, riguardante il controllo anticontraffazione dei farmaci. Lo hanno segnalato Federfarma Servizi (Ffs) e l'Associazione Distributori Farmaceutici (Adf) in audizione alla XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e dalla X Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale del Senato nell’ambito dell'esame del nuovo schema di decreto legislativo, volto ad adeguare la normativa italiana al Regolamento delegato UE 2016/161, riguardante il controllo anticontraffazione dei farmaci.
Ffs e Adf hanno sottolineato le problematiche che il nuovo sistema di verifica europeo dei medicinali, previsto per entrare in vigore in Italia il 9 febbraio 2025, potrebbe comportare per la Distribuzione Intermedia dei medicinali. Quest'ultimo è un settore cruciale che assicura la fornitura quotidiana di oltre 1,8 miliardi di confezioni farmaceutiche a più di 25.000 farmacie e parafarmacie in tutto il Paese.
Uno dei principali punti critici sollevati dalle associazioni riguarda l’esigenza di esentare i grossisti dalla verifica dell’identificativo univoco per determinate categorie di farmaci. Tra questi vi sono quelli movimentati infragruppo e da centrali d’acquisto partecipate dai distributori intermedi, nonché i medicinali in Distribuzione per Conto (Dpc). Secondo il Presidente di Adf, Walter Farris, senza tali esenzioni “saranno inevitabili le ripercussioni sulla tempestività del servizio distributivo e, quindi, sulla pronta dispensazione dei farmaci al cittadino, così come oggi conosciuta e apprezzata da tutti”.
Il sistema attuale di distribuzione intermedia è altamente efficiente e capillare, con consegne effettuate alle farmacie in media entro tre ore dall’ordine. Tuttavia, l’introduzione di verifiche manuali sui circa 60 milioni di farmaci consegnati tramite Dpc e le movimentazioni infragruppo o da centrali d’acquisto rischia di rallentare questo processo. Come sottolineato da Antonello Mirone, Presidente di Federfarma Servizi, ciò comporterà “un aggravio dei tempi di allestimento e consegna, oltre a necessari investimenti e costi insostenibili per un comparto che versa da anni in una situazione di difficoltà economica per la sotto remunerazione del servizio di distribuzione dei farmaci Ssn di classe A”.
Ffs e Adf, nel corso delle audizioni e durante un incontro con il Sottosegretario alla Salute, On. Gemmato, hanno ribadito che escludere l’obbligo di verifica per queste specifiche categorie di farmaci non comprometterà la finalità del sistema di controllo anticontraffazione. Infatti, i farmaci coinvolti provengono direttamente dalle industrie produttrici, riducendo a zero il rischio di contraffazione o manomissione delle confezioni.
Le due associazioni, esprimendo gratitudine verso il Ministero della Salute e le Commissioni competenti, ribadiscono il loro impegno a garantire che il flusso di farmaci verso i cittadini continui senza interruzioni o ritardi. La Distribuzione Intermedia dei medicinali si conferma così un pilastro essenziale del Sistema Sanitario Nazionale e regionale, e la sua sostenibilità operativa è fondamentale per la tutela della salute pubblica.
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