politica
26 Maggio 2025Fnomceo, Fimp, Cnop e Isde denunciano la tragedia umanitaria in corso a Gaza. La rivista scientifica The lancet pubblica un editoriale che condanna fortemente gli attacchi contro le strutture e il personale sanitario, oltre ai “livelli elevati di insicurezza alimentare che la popolazione l’intera popolazione di Gaza sta affrontando”
Agli appelli numerosi di medici, pediatri, psicologi italiani e dell’Oms si aggiunge anche la rivista scientifica The lancet che in un editoriale condanna fortemente gli attacchi contro le strutture e il personale sanitario, oltre ai “livelli elevati di insicurezza alimentare che la popolazione l’intera popolazione di Gaza sta affrontando”.
A livello nazionale, le principali istituzioni sanitarie italiane hanno alzato con forza la voce per condannare la guerra a Gaza, esprimendo sgomento per l’enorme costo umano e, in particolare, per gli attacchi sistematici contro ospedali, operatori sanitari e civili. La Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) ha denunciato la violazione delle Convenzioni di Ginevra (trattati internazionali che stabiliscono norme per la protezione delle vittime di conflitti armati e per il regolamento dei conflitti stessi), chiedendo un corridoio umanitario immediato per garantire cure e sicurezza al personale sanitario, dopo l’uccisione dei figli di una dottoressa in servizio.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha messo in luce l’impatto psicologico devastante e transgenerazionale del conflitto sulla popolazione, affermando che non ci si può abituare alla morte come a una routine e chiedendo un impegno concreto per costruire la pace.
Allo stesso modo, i Medici per l’Ambiente (Isde) hanno parlato apertamente di genocidio e accusato la comunità internazionale di inazione, esortando a una presa di posizione collettiva per fermare il massacro.
A unirsi al coro è anche la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), che ha deciso di fermare per dieci minuti l’attività assistenziale negli studi di tutta Italia in memoria dei nove figli di una collega pediatra morti in un attacco. I rappresentanti della FIMP hanno ricordato come ogni bambino abbia diritto alla vita, alla salute e alla serenità, e che la guerra rappresenta la negazione più brutale di questi diritti. Il mondo della sanità si mostra così compatto nel condannare la tragedia in corso e nel chiedere protezione, rispetto del diritto internazionale e un impegno globale per la pace.
A livello internazionale l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello, definendo “impossibili” le condizioni di lavoro negli ospedali ancora attivi e condannando l’uso della fame e delle forniture mediche come strumenti di guerra.
Oggi si aggiunge anche la voce autorevole della comunità scientifica in un editoriale firmato da The Lancet intitolato “Gaza è stata tradita dal silenzio e dall'impunità” che si apre riportando l’analisi della sicurezza alimentare e della nutrizione realizzata dalla Integrated Food Security Phase Classification (IPC), con un’iniziativa globale multistakeholder che riferisce che “l’intera popolazione di Gaza sta affrontando livelli elevati di insicurezza alimentare acuta”. Secondo i dati “quasi mezzo milione di persone rischiano la fame, una condizione provocata dal rifiuto del governo israeliano di consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza da oltre 11 settimane, nonostante la distruzione della maggior parte dei sistemi agricoli, ittici e alimentari”.
Secondo la FAO delle Nazioni Unite “dall’inizio del blocco degli aiuti, l’assunzione calorica media per persona al giorno a Gaza è crollata al 67% del minimo necessario per la sopravvivenza, un dato che si prevede in ulteriore calo entro il 5 luglio”.
L’editoriale condanna anche gli attacchi contro le strutture e il personale sanitario: “Gaza registra di gran lunga il maggior numero di attacchi alla sanità rispetto a qualsiasi altro Paese in conflitto nel 2024. Molti ospedali sono stati bombardati o distrutti, in particolare nel nord della Striscia. L’assistenza specialistica è quasi del tutto assente. L’Ospedale Europeo di Gaza, l’unica struttura in grado di eseguire interventi chirurgici oncologici, non è più operativo. Il sistema sanitario, già in condizioni critiche, è stato ulteriormente indebolito dal blocco degli aiuti e dall’uccisione inaccettabile di oltre 1.400 operatori sanitari”.
Colpite anche le infrastrutture civili essenziali per la sopravvivenza: “L’89% dei sistemi idrici e igienico-sanitari e il 92% delle abitazioni distrutti o danneggiati. Con le zone militari interdette che ora coprono il 70% di Gaza e lo sfollamento di circa il 90% della popolazione verso aree sovraffollate con scarso accesso ad acqua pulita e servizi igienici, le malattie infettive sono dilaganti. Il drammatico stato di salute sul territorio dopo 19 mesi di conflitto prolungato è descritto in una lettera dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Confrontando i dati annuali tra il 2023 e il 2024, i casi di diarrea acquosa acuta sono aumentati di 36 volte, mentre la sindrome da ittero acuto (indicativa di epatite A) è aumentata di 384 volte. I palestinesi sono costretti a vivere in condizioni disumane dove le malattie si diffondono facilmente”.
“Ogni giorno, in media, 35 bambini vengono uccisi, per un totale di almeno 18.000 bambini morti in questo conflitto. Bambini pre-adolescenti vengono ricoverati con ferite da arma da fuoco. Altri muoiono per malnutrizione cronica, e chi sopravvive potrebbe non riprendersi mai del tutto. Gaza ospita anche il più grande gruppo di bambini amputati della storia moderna. Oltre alle lesioni fisiche, il trauma psicologico di vedere le proprie case distrutte e i propri familiari uccisi lascerà cicatrici permanenti. L’eredità di tale distruzione si farà sentire per generazioni”.
L’editoriale è molto critico sul governo israeliano ma anche sul Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e si conclude con un appello:
“La storia del conflitto israelo-palestinese e il contesto geopolitico circostante sono complessi, ma la comunità internazionale deve agire sulla base di prove inconfutabili per proteggere la salute del popolo palestinese”.
Fonte
https://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736(25)01082-7.pdf
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