Telemedicina
07 Luglio 2025L’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti (AISI) ha ufficialmente presentato ricorso contro la recente delibera della Regione Lazio che estende alle farmacie territoriali la possibilità di effettuare prestazioni di telemedicina

L’Associazione delle imprese sanitarie indipendenti ha ufficialmente presentato ricorso contro la recente delibera della Regione Lazio che ha esteso alle farmacie la possibilità di effettuare prestazioni di telemedicina e rappresenta un “grave interferenza nelle competenze delle strutture sanitarie accreditate”. Lo comunica la Aisi - Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti. La delibera a cui si fa riferimento è il nuovo protocollo regionale firmato a fine giugno che apre alla possibilità di effettuare ECG, holter cardiaco e pressorio nelle farmacie del territorio, comprese le aree rurali con costi a carico del Servizio Sanitario Regionale, come da cronoprogramma operativo integrato 2018-2025 per la sperimentazione dei servizi in farmacia.
Per Karin Saccomanno, Presidente di Aisi questo provvedimento “mette a rischio le strutture accreditate e la qualità dei servizi e rappresenta una grave interferenza nelle competenze delle strutture sanitarie accreditate, che da anni garantiscono qualità, sicurezza e continuità assistenziale nel rispetto delle normative e degli standard previsti dal Servizio Sanitario Nazionale. Ampliare questi servizi alle farmacie senza adeguati controlli e requisiti rischia di compromettere la tutela del paziente e la sostenibilità del sistema”.
“Oltre alle criticità sul piano organizzativo ed economico – sottolinea Fabio Vivaldi, Segretario Generale di Aisi - desta preoccupazione anche la possibile compromissione della qualità della refertazione e dell’assistenza. È fondamentale che la telemedicina venga esercitata da operatori adeguatamente qualificati e inseriti in un contesto sanitario strutturato e controllato, cosa che al momento non sembra garantita dalla delibera regionale”.
L’associazione impegnata a “difendere con forza gli interessi delle proprie associate e la qualità dell’offerta sanitaria nel Lazio, invita le istituzioni a rivedere urgentemente la decisione, promuovendo un confronto che tuteli la professionalità dei lavoratori e la sicurezza dei cittadini”.
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