Vaccino
05 Marzo 2024 In occasione della Giornata Internazionale di sensibilizzazione sull’HPV, Iss presenta i dati su infezione e copertura vaccinale: riduzione dei casi grazie a vaccino anti-Hpv
Ridotta l’infezione da papillomavirus umano (Hpv), in particolare tra il 2018 e il 2021 è diminuita del 30% e del 50% nella fascia dei giovani di 15-24 anni. Lo affermano i dati della Sorveglianza sentinella delle infezioni sessualmente trasmesse coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), presentati in occasione della Giornata internazionale di sensibilizzazione sull’HPV che ricorre il 4 marzo. Lo riporta la nota dell’Istituto.
Hpv, infezione sessualmente trasmessa di tipo virale più diffusa al mondo
L’infezione da Hpv è quella sessualmente trasmessa di natura virale più diffusa al mondo, ed è causa di varie patologie tumorali ma anche di patologie benigne come i condilomi ano-genitali. Proprio quest’ultima malattia, che a differenza dei tumori si manifesta a breve distanza dall’infezione, è in diminuzione nel nostro paese negli ultimi anni grazie alle campagne vaccinali.
In Italia i condilomi sono la patologia a trasmissione sessuale più frequentemente diagnosticata: nel 2021 sono stati 3-4 volte più numerosi dei casi segnalati di gonorrea e sifilide. Tra il 2004 e il 2013 le diagnosi di condilomatosi sono aumentate costantemente, con un numero di casi quasi triplicato. Ma dopo il 2013 il numero si è stabilizzato, e tra il 2018 e il 2021 si è osservata una riduzione del 30%, che arriva al 50% nei giovani di 15-24 anni.
La riduzione dell’infezione attribuibile alla campagna vaccinale iniziata nel 2008
“In considerazione del fatto che nel 2008 è iniziata la campagna di vaccinazione anti-HPV delle dodicenni - hanno spiegato gli esperti del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss durante la sessione dedicata -, appare plausibile ritenere che la diminuzione osservata tra i giovani 15-24 anni a partire dal 2013 possa essere attribuibile a tale campagna vaccinale. Infatti, le ragazze che avevano 12 anni nel 2008 arrivano ad avere 17 anni nel 2013, età media dell’inizio dell’attività sessuale nel nostro Paese. Quindi, le coorti di ragazze e ragazzi (il vaccino viene raccomandato anche ai maschi a partire dal 2013-2016) vaccinati per HPV sono stati protetti anche dai condilomi ano-genitali. Infatti, sebbene il vaccino abbia come obiettivo primario la prevenzione del tumore del collo dell’utero, protegge anche dai tipi di HPV che causano i condilomi”.
Contro l’Hpv, Palamara (Iss): sensibilizzazione, educazione e riduzione dello stigma
Durante l’evento dell’Iss dove sono stati presentati i dati, e che è stato dedicato al professor Massimo Tommasino, uno scienziato che ha contribuito in modo fondamentale alle conoscenze sugli HPV, sono state illustrate le misure di salute pubblica in atto nel nostro paese per contrastare l’infezione e ridurre il cancro da essi causato, che comprendono oltre alla vaccinazione anche gli screening, e sono stati riportati e discussi i recenti progressi della ricerca.
“La sensibilizzazione, l’educazione e la riduzione dello stigma sulla malattia sono le prime azioni per fermare l’Hpv – ha ricordato Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento -. I Papillomavirus infettano 4 persone su 5 nel corso della vita. Sebbene la maggior parte di noi non manifesti mai i sintomi, il virus può causare il cancro. Quasi mezzo milione di persone muoiono nel mondo ogni anno a causa dell’Hpv, molte di queste morti possono essere evitate”.
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