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11 Settembre 2024Il TAR del Lazio, nella sua ordinanza del 10 settembre 2024, ha sospeso l'efficacia del Decreto del Ministero della Salute del 27 giugno 2024 che prevedeva l'inserimento del cannabidiolo (CBD) nella tabella delle sostanze stupefacenti (sezione B)
Il TAR del Lazio, con l’ordinanza del 10 settembre 2024, ha sospeso l'efficacia del Decreto del Ministero della Salute del 27 giugno 2024 che prevedeva l'inserimento del cannabidiolo (CBD) nella tabella delle sostanze stupefacenti (sezione B), riferendosi alle composizioni per somministrazione orale del cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis. I giudici hanno accolto l’istanza cautelare degli imprenditori del settore aderenti a Imprenditori Canapa Italia fissando un'udienza di merito il prossimo 16 dicembre.
Il decreto di “Aggiornamento delle tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 luglio (Serie Generale n.157) ed entrato in vigore il 5 agosto prevede l’inserimento del cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis nella sezione della tabella dei medicinali contenente sostanze psicotrope o stupefacenti con regime di fornitura con ricetta non ripetibile (RNR).
Per i giudici, ora, in attesa del dibattimento nel merito, e “fino alla pronuncia con piena cognizione, come la complessità delle questioni poste richiede”, ha deciso di dare priorità “alle esigenze di mantenimento della res adhuc integra”, tenendo conto anche del “pregiudizio lamentato da parte ricorrente, caratterizzato non solo da profili economici e patrimoniali, comunque rilevanti, ma dalla necessità di riorganizzazione e di riassetto di un intero settore onde non incorrere in responsabilità, tra cui in particolare quella penale, degli operatori”.
Per il tar è necessario andare celermente a una pronuncia, vista la “peculiarità della vicenda contenziosa e dei risvolti che coinvolgono un’intera filiera che va dalla produzione alla commercializzazione dei prodotti contenenti estratti di cannabis” e ha quindi fissato dell’udienza di merito il 16 dicembre 2024.
Soddisfazione per l’ordinanza da parte di Imprenditori Canapa Italia: “Il Giudice amministrativo ha riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, rilevando il grave ed irreparabile danno che l’applicazione del decreto comporta all’intero settore e ha deciso di sospenderne l’efficacia in attesa del giudizio di merito. Questa decisione rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni sociali, occupazionali ed economici. I giudici hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe infatti potuto comportare per gli operatori economici significative ed irreparabili conseguenze, anche di natura penale, legate alla possibile contestazione di reati in materia di stupefacenti''.
''Nell’ambito del giudizio - prosegue l'associazione - anche attraverso la relazione tecnica a firma del Prof. Ciallella (già Direttore dell’istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma), ha dimostrato come il Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l’inclusione tra le sostanze stupefacenti. Il ricorso presentato da Ici, con il sostegno di Coldiretti Liguria – che ha svolto un intervento ad adiuvandum nel giudizio – ha ribadito che il settore della canapa industriale, basato su principi di legalità e sicurezza, rappresenta un’opportunità economica significativa, specialmente per le aree rurali e le piccole e medie imprese agricole”.
"Siamo molto soddisfatti di questa nuova sospensione cautelare del decreto, che ancora una volta ci permette di tutelare e proteggere al meglio l'intero settore della canapa industriale - ha dichiarato il presidente di Ici, Raffaele Desiante - E' la seconda volta che riusciamo a ottenere la sospensione della decisione del ministero di inserire il Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, dimostrando l'infondatezza delle sue basi. Continueremo a lavorare per garantire un futuro sicuro e stabile per gli imprenditori della canapa in Italia".
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