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09 Aprile 2025Il ruolo attivo dei farmacisti nella promozione della salute cardiovascolare emerge con forza dai dati di un importante studio internazionale, che evidenzia l’impatto cruciale della prevenzione sui principali fattori di rischio
Il recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine che evidenzia come l’assenza di cinque fattori di rischio (ipertensione, diabete, fumo, obesità, colesterolo alto) all'età di 50 anni si associ a un aumento significativo dell'aspettativa di vita e a una riduzione del rischio di malattie e mortalità fa emergere il ruolo attivo dei farmacisti nella promozione della salute cardiovascolare e nel controllo periodico dello stato di salute. A sottolinearlo è Paolo Levantino farmacista clinico e segretario nazionale di Fenagifar.
La prevenzione cardiovascolare si fonda sul controllo di alcuni fattori ben noti, come l’ipertensione, l’iperlipidemia, il diabete, il fumo e l’eccesso ponderale.
“Questi elementi, se presenti, possono concorrere allo sviluppo di eventi cardiovascolari nel corso della vita. Tuttavia, fino a oggi, mancavano dati su scala globale che stimassero con precisione l’impatto complessivo di questi fattori sull’aspettativa di vita e sulla durata degli anni vissuti in buona salute. Lo studio condotto dal Global Cardiovascular Risk Consortium ha colmato questa lacuna, analizzando oltre due milioni di persone provenienti da 39 paesi. L’obiettivo era quello di quantificare, in modo dettagliato, quanto incida l’assenza o la modifica di questi fattori sulla comparsa di malattie cardiovascolari e sulla mortalità, tenendo conto anche delle differenze di genere” spiega Levantino.
I risultati mostrano che nei soggetti privi di tutti e cinque i fattori considerati – ipertensione, iperlipidemia, eccesso o difetto di peso corporeo, diabete e fumo – il rischio stimato di sviluppare una patologia cardiovascolare entro i 90 anni è risultato pari al 13% nelle donne e al 21% negli uomini. In presenza di tutti i fattori, tale rischio aumentava rispettivamente al 24% e al 38%.
Queste differenze si riflettevano anche sulla durata della vita in buona salute. Le donne senza fattori di rischio a 50 anni mostravano un’aspettativa di vita libera da eventi cardiovascolari superiore di 13,3 anni rispetto a quelle con tutti e cinque i fattori; negli uomini, il guadagno medio era di 10,6 anni. Anche l’aspettativa di vita complessiva risultava significativamente più elevata: +14,5 anni per le donne e +11,8 anni per gli uomini, rispetto a chi presentava tutti i fattori di rischio.
“Un aspetto particolarmente rilevante riguarda l’effetto della modifica dei fattori di rischio nella mezza età: chi ha controllato la pressione arteriosa ha vissuto più a lungo senza malattie cardiovascolari, mentre chi ha smesso di fumare ha guadagnato più anni di vita in generale” fa notare Levantino. E aggiunge: “Il dato più incoraggiante è che anche intervenendo in età intermedia si possono ottenere benefici concreti, a dimostrazione del fatto che non è mai troppo tardi per agire”.
“Questi risultati rafforzano l’importanza della prevenzione e del ruolo attivo dei professionisti sanitari, in particolare di medici e farmacisti. Lavorando in sinergia - commenta Levantino - possono promuovere comportamenti salutari, sostenere percorsi di cambiamento e accompagnare i pazienti nel controllo dei principali fattori di rischio. Per essere davvero efficace, la prevenzione deve essere accessibile, continua e integrata nella vita quotidiana delle persone. Non può più essere vista come un’opzione da considerare, ma come una priorità da mettere in pratica ogni giorno”.
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