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27 Ottobre 2025Confermati i primi contagi in Lombardia e nel Lazio. Scotti (Fimmg): “Virus più aggressivo, vaccinarsi è un imperativo”. Siliquini: “Prevenire significa sostenere il Servizio sanitario”

I primi casi di influenza registrati in Lombardia e nel Lazio segnano l’avvio ufficiale della stagione influenzale, che secondo gli esperti potrebbe essere più intensa rispetto agli anni precedenti. Il segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti invita a non sottovalutare il virus e a vaccinarsi, soprattutto se si appartiene a categorie fragili. Sulla stessa linea Roberta Siliquini, ordinario di Igiene all’Università di Torino, che sottolinea come la vaccinazione sia “un investimento per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale”.
In Lombardia e nel Lazio sono stati segnalati i primi casi confermati di influenza, come riportano i bollettini regionali. Secondo Influnews Lombardia, nella settimana 6–12 ottobre l’incidenza totale delle sindromi simil-influenzali è pari a 7,8 casi per 1.000 assistiti, con un livello basale di intensità. L’incidenza più alta si registra tra i bambini da 0 a 4 anni (13,6 per 1.000), seguiti dagli adulti tra 15 e 64 anni (9,2 per 1.000). La maggior parte delle infezioni respiratorie è attribuibile a Rhinovirus (30,8%), mentre il virus influenzale A rappresenta l’1,4% dei casi.
Anche a Roma la rete vacciNET della Fimmg Lazio ha confermato il primo caso di “influenza pura”. “In questo periodo – riferisce la Fimmg – stanno circolando diversi virus para-influenzali e molti casi di Covid”. Intanto, la campagna vaccinale antinfluenzale nella Regione procede con buoni ritmi: oltre 293.000 dosi somministrate nei primi 22 giorni, di cui 270.000 negli studi dei 3.800 medici di famiglia, in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Resta tuttavia un ritardo nella distribuzione dei vaccini Covid e pneumococcici, che ha ostacolato la co-somministrazione in questa fase iniziale.
Sul fronte epidemiologico internazionale, un recente approfondimento pubblicato su medRxiv da ricercatori del Campus Bio-Medico di Roma, Sapienza, Università di Sassari e Kyung Hee University di Seoul invita a contestualizzare le preoccupazioni legate alla diffusione del ceppo H3N2 osservato in Giappone. Gli autori sottolineano che “la gravità di un’epidemia non dipende solo dal numero di casi o dal ceppo virale, ma da una combinazione di fattori locali come profilo immunitario, copertura vaccinale e co-circolazione di altri patogeni”.
Nessun allarme, dunque, ma l’invito alla prudenza resta. “Il primo consiglio, a prescindere dalla Regione, è vaccinarsi - afferma Scotti. - È un imperativo per le persone fragili, chi soffre di patologie croniche, gli over 60 e i bambini per i quali sono disponibili le formulazioni con spray nasale”. Dopo una stagione influenzale particolarmente intensa in Australia e Giappone, anche in Italia, aggiunge Scotti, “si prevede un virus piuttosto aggressivo”.
Oltre alla vaccinazione, il segretario della Fimmg richiama l’attenzione sulle regole di igiene e di prevenzione: “Lavarsi spesso le mani, evitare di toccarsi bocca e naso e, in luoghi affollati o sui mezzi pubblici, indossare la mascherina, soprattutto se si è fragili o si hanno sintomi. È una questione di civiltà”.
Scotti invita anche a curare alimentazione e stile di vita: “Bere molto, mangiare verdura e frutta ricche di vitamina C rafforza le difese immunitarie. Non tutte le persone che entrano in contatto con un virus si ammalano: un sistema immunitario forte può risolvere il problema anche in modo asintomatico”.
Un analogo richiamo arriva dal mondo dell’igiene pubblica. “Non è solo una misura individuale di protezione, ma un investimento per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale”, sottolinea Roberta Siliquini, professore ordinario di Igiene all’Università di Torino e past president della Società Italiana di Igiene (Siti). “Un quarto degli anziani convive con almeno due patologie croniche: vaccinarsi significa prevenire complicanze, ridurre i ricoveri e alleggerire le liste d’attesa”. Siliquini ricorda inoltre che, oltre all’influenza e al Covid-19, “sono fondamentali i vaccini contro pneumococco e Herpes zoster, per proteggere i pazienti oncologici, reumatologici o diabetici, nei quali anche una semplice infezione può compromettere la continuità delle cure. La vaccinazione è una misura semplice, ma determinante per garantire salute e stabilità terapeutica ai più fragili”.
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