Farmaci antidiabetici
04 Novembre 2025Un programma di monitoraggio condotto dai farmacisti di comunità ha permesso di individuare precocemente eventi avversi gastrointestinali nei pazienti trattati con gliptine, aumentando la sicurezza delle cure e rafforzando la collaborazione con i medici

Il monitoraggio attivo e strutturato da parte dei farmacisti di comunità può contribuire in modo significativo ad aumentare la sicurezza dei pazienti in terapia con le gliptine, farmaci inibitori della DPP-4, grazie a una precoce individuazione e gestione degli eventi avversi, per lo più gastrointestinali, evitando così interruzioni non necessarie della cura. A dimostrarlo è un nuovo studio, pubblicato su Pharmacy, che ha monitorato le prescrizioni nei pazienti con diabete mellito di tipo 2.
Le gliptine garantendo un buon controllo glicemico, possono causare effetti collaterali gastrointestinali che, se non riconosciuti e trattati, rischiano di compromettere l’aderenza e la continuità delle cure.
Lo studio multicentrico è stato condotto in Giappone in dieci farmacie, con un protocollo che prevedeva contatti programmati con i farmacisti una o due settimane dopo l’inizio della terapia, controlli durante i normali accessi in farmacia e, se necessario, ulteriori follow-up personalizzati. Ogni sintomo sospetto veniva registrato e, se ritenuto rilevante, segnalato al medico tramite un tracing report.
Il monitoraggio attivo ha permesso di individuare eventi avversi gastrointestinali in oltre un terzo dei pazienti seguiti, mentre nella coorte storica non era stato registrato alcun caso. In cinque situazioni, i farmacisti hanno ritenuto necessario coinvolgere i medici, in un caso la terapia è stata sospesa, negli altri sono state introdotte misure di supporto, come l’uso di probiotici, che hanno alleviato i sintomi senza interrompere il trattamento. La stipsi è risultata il disturbo più frequente, seguita dalla diarrea, con insorgenza nelle prime due settimane di terapia, periodo ritenuto cruciale per il follow-up.
Il progetto non solo ha migliorato la rilevazione degli eventi avversi, ma ha anche consolidato il dialogo tra farmacisti e medici. I tracing report si sono rivelati strumenti preziosi per condividere informazioni tempestive sullo stato clinico dei pazienti e orientare le decisioni terapeutiche, riducendo il rischio di interruzioni non necessarie e favorendo la continuità delle cure.
La ricerca presenta alcune limitazioni, come il campione ridotto, il disegno non randomizzato e l’assenza di indicatori clinici come l’aderenza terapeutica o il controllo glicemico. Inoltre, essendo stata condotta esclusivamente in Giappone, resta da verificare se i risultati possano essere estesi ad altri contesti sanitari o culturali. Nonostante ciò, i dati suggeriscono che il monitoraggio strutturato da parte dei farmacisti rappresenta un valore aggiunto nella gestione del diabete. Saranno necessari studi più ampi, multicentrici e randomizzati per confermare l’efficacia del modello e valutarne l’applicabilità ad altre realtà.
Fonte
https://www.mdpi.com/2226-4787/13/5/119
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