Politica e Sanità
11 Dicembre 2014I consumatori italiani hanno una bassa percezione dei rischi associati all'acquisto di farmaci online, conoscono poco le campagne informative di prevenzione sul tema e possono accedere alle circa 40mila farmacie online censite, nel 98% dei casi illegali. Dunque particolarmente esposti al rischio di acquistare medicinali pericolosi rispetto a spagnoli e portoghesi, come dimostrano i numeri: oltre l'1% degli italiani compra sul web, a fronte di percentuali prossime allo zero di Spagna e Portogallo, e il 30% di loro lo ritiene sicuro. Il dato emerge dalla Fakeshare survey, indagine condotta su tre campioni di 1000 persone in ciascuno dei tre Paesi dell'area mediterranea, simili per normativa e sistema di accesso ai farmaci e presentata ieri a Roma dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) nell'ambito della Conferenza nazionale rivolta alle associazioni dei consumatori e di settore. In particolare, è stato osservato che i consumatori acquistano soprattutto medicinali per la perdita di peso (5,4%), per l'influenza (5,3%), il colesterolo (3,2%) e, solo al quarto posto, le disfunzione erettile (2,4%). Secondo Domenico Di Giorgio, direttore Ufficio qualità dei prodotti Aifa, il dato sui farmaci per disfunzioni sessuali «è condizionato dal timore del giudizio. Basti pensare» ha aggiunto «che il 60% delle 30.000 unità di farmaci sequestrati nell'operazione Pangea a maggio 2014, era rappresentato da farmaci di questo tipo». Il fenomeno è diffuso, mentre la percezione del rischio molto bassa: sono state censite circa 40.000 farmacie online, ma il 98% sono rivenditori illegali che non si sa cosa vendano e dove producano. Eppure, ben il 30% degli intervistati italiani ritiene che acquistare farmaci online sia molto o abbastanza sicuro, il doppio di quanto si riscontra tra gli spagnoli (15%) e il triplo tra i portoghesi (11%). «Una percezione errata» ha detto l'esperto «Pensiamo, per esempio, che i farmaci illegali per la perdita di peso vengono presentati sul web come "naturali" mentre spesso contengono principi attivi dannosi, come la sibutramina, ritirata dal mercato europeo e statunitense per i gravi rischi cardiovascolari che può provocare». Una cosa comune ai tre Paesi è che la conoscenza di iniziative di prevenzione e informazione è ancora troppo bassa, pari al 20-25%. «Obiettivo del progetto è individuare il profilo di acquirenti di farmaci online, per rendere più efficaci le strategie di sensibilizzazione» ha concluso Di Giorgio.
Simona Zazzetta
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