Liberalizzazioni, mentre il dissenso cresce il ministro va avanti
Mentre si susseguono i comunicati sul rischio di eventuali liberalizzazioni in farmacia, il ministro Guidi sembra andare avanti per la propria strada e nelle rare occasioni pubbliche nelle quali è chiamato a esprimersi sul tema ribadisce le sue intenzioni. L'ultima occasione è stata l'assemblea di Confindustria Padova, a margine della quale il ministro ha sottolineato come il provvedimento sulla concorrenza «sarà ampio, toccherà quasi tutti i settori, seguendo anche in parte i suggerimenti ricevuti». Guidi ribadisce poi il D-day del 20 febbraio «siamo nella fase in cui abbiamo cominciato a tirare le somme e nelle prossime ore ci sarà un'analisi collegiale con gli altri ministeri». In attesa del Consiglio dei ministri nella giornata di ieri va registrata una nota del Tribunale dei diritti del malato nella quale il coordinatore nazionale Tonino Aceti sottolinea di non voler «pensare alla salute come bene di consumo, ai presidi del Ssn come esercizi commerciali e ai professionisti della Sanità come venditori. Il Governo» aggiunge Aceti «riveda il provvedimento e il Parlamento vigili e intervenga». In riferimento alle farmacie il coordinatore Tdm sottolinea come «sia più utile e strategico per i cittadini e per il Servizio sanitario puntare su una loro maggiore qualificazione e integrazione con la rete dei servizi sanitari territoriali» piuttosto che aumentarne semplicemente il numero. In linea il commento di Mario Giaccone, consigliere regionale del Piemonte che ribadisce il netto dissenso delle Regioni e sottolinea come «deregolare ulteriormente il settore comprometterebbe alcuni progetti fondamentali per la sostenibilità del sistema». Infine il presidente dell'Associazione scientifica farmacisti italiani (Asfi) Maurizio Cini esprime la sua contrarietà «al mantenimento in essere di un doppio canale di distribuzione dei medicinali e soprattutto a un ampliamento della gamma di medicinali vendibili negli esercizi commerciali». Cini nella nota invita a «porre le premesse per una revisione profonda delle procedure di istituzione di nuove farmacie, comprendenti la soppressione vera del concetto di pianta organica e del sistema basato sui concorsi».
Marco Malagutti
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