Politica e Sanità
19 Febbraio 2015Le argomentazioni sollevate dall'Aifa a dimostrare che le liberalizzazioni non hanno portato alcun vantaggio per i cittadini «non sempre sono coerenti tra loro» e diventano un «vero e proprio autogol». La critica all'Agenzia italiana del farmaco, all'indomani della pubblicazione di una sua analisi su "Liberalizzazioni: facciamo parlare in numeri" (cfr. Farmacista33 17 febbraio), arriva dalle Parafarmacie (Anpi e Fnpi) e dal Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf). Nelle rispettive note stampa le sigle danno una lettura dei numeri diversa da quella proposta dall'Aifa, sottolineando che il «dato risulta falsato dal Delisting di farmaci da C-Op a farmaci C-Sop e Otc avvenuto in due tranche nel 2012. Delisting che ha interessato ben 430 farmaci». E, tornando sui numeri dell'Aifa, l'Anpi scrive: «Le confezioni di farmaci da banco acquistate dal 2006 al 2013 sono scese del 7,4%, quelle dei fascia C con ricetta del 15,7%. L'Aifa fa però notare che l'uso di prodotti della prima categoria è calato meno, e questo sarebbe dovuto all'ingresso nelle parafarmacie. Se si analizzano i dati pubblicati dal direttore dell'Aifa non considerando il 2013, che incorpora il passaggio di ben 430 farmaci da farmaci con obbligo di prescrizione a farmaci senza obbligo di prescrizione, notiamo che la riduzione dei consumi tra le due classi è pressoché uguale: -10,7% dei farmaci C-OP e -10% Sop e Otc. Lo switch dei farmaci del 2012 ha quindi falsato i dati. A conferma di ciò, dal dato tendenziale dal 2009 fino all'inizio del 2013, si nota che i numeri smentiscono clamorosamente le affermazioni fornite dal direttore generale dell'Aifa. Abbiamo infatti una riduzione percentuale nel numero dei farmaci Sop e Otc addirittura quasi doppia rispetto ai farmaci di fascia C con obbligo di ricetta: -13,8% (farmaci Sop e Otc) -7,3 (Farmaci C-op)». Anche sul fronte dei prezzi dei farmaci, l'analisi dell'Aifa viene contestata: «L'Aifa sostiene che i prezzi degli Otc è aumentato in misura maggiore di quelli con obbligo di ricetta» scrive Mnlf «Sbagliato anche questo. La spesa dei farmaci da banco sino al 2011 è aumentata in sei anni dello 0,9%. Sino ad allora non era stato così per i farmaci con obbligo di ricetta ove nello stesso periodo (2006/2011) la spesa in milioni era aumentata del 4,9%. Poi nel 2012 con il trasferimento di alcuni farmaci con obbligo di ricetta a senza prescrizione medica si è avuto l'aumento della spesa per i farmaci da banco e la fisiologica diminuzione per quelli con ricetta». Con questa sua analisi, scrive Davide Gullotta, presidente Fnpi, «l'Aifa conferma che l'acquisto dei farmaci dietro presentazione di ricetta medica non determina abuso di farmaci» e «confermando che dal 2006 il consumo di medicinali di fascia C ha subito una progressiva flessione, sposa definitivamente le nostre tesi».
Simona Zazzetta
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
28/12/2019
Per contrastare la compravendita illegale di farmaci per uso veterinario il Ministero sta studiando un logo, un bollino di qualità sulla falsa riga di quanto fatto per le farmaciePer...
27/12/2019
La Commissione europea ha approvato upadacitinib (Rinvoq) per il trattamento dell'artrite reumatoide attiva di grado da moderato a severoLa Commissione europea ha approvato upadacitinib (Rinvoq) per...
27/12/2019
Solo il 2% delle farmaciste donne possiede una farmacia nonostante rappresentino il 62% della forza lavoro, è quanto emerge dal sondaggio "Survey of registered pharmacy professionals 2019" del...
A cura di Lara Figini
27/12/2019
Acquistare i farmaci su internet attraverso siti non autorizzati è un fenomeno in continua crescita e l'unica arma per contrastarlo resta l'educazione sanitaria e l'orientamento dei cittadini...
©2025 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)