Pillola 5 giorni dopo, serve prescrizione medica. Troiano (Aogoi): così più consapevolezza
È arrivato, dopo mesi di polemiche, il parere del Consiglio superiore di Sanità sulla cosiddetta pillola dei 5 giorni dopo. In attesa dei dettagli del dispositivo, la decisione è che il farmaco EllaOne debba essere venduto in regime di prescrizione medica indipendentemente dall'età della richiedente. «La obbligatorietà di ricetta medica - spiega a Farmacista33 Vito Trojano, presidente dell'Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri (Aogoi) - non vuol dire togliere a ciascuna donna la libertà nell'utilizzo della pillola in questione, ma semplicemente rendere le pazienti più coscienti e consapevoli delle loro scelte mettendole nelle condizioni di decidere in accordo col proprio medico, che valuterà volta per volta l'appropriatezza dell'assunzione secondo il quadro clinico». La decisione finale, ora, spetta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Professor Trojano, come accoglie il parere del Consiglio Superiore di Sanità in merito all'obbligo di prescrizione medica per la pillola dei 5 giorni dopo? Sono propenso per questa soluzione perché porta a un utilizzo più controllato della pillola. Ci sono due aspetti da considerare: il primo è che sotto il profilo farmacologico bisogna valutare la possibilità da parte della paziente di assumere o non assumere quella determinata sostanza, che comunque ha dei limiti legati a tutta una serie di fattori che vanno valutati sotto il profilo clinico. La farmacopea non è una cosa uguale per tutti in qualunque momento, ed è per questo motivo che un passaggio dal medico permette a quest'ultimo di valutare volta per volta la reale necessità e possibilità di assumere una determinata tipologia contraccettiva. Ci sono infatti tipologie di pazienti in cui potrebbe essere controindicato l'utilizzo di una sostanza di questo tipo.
E l'altro aspetto? L'altro aspetto da valutare è che, senza ricetta medica, l'indicatore della tipologia d'uso della pillola passerebbe solo attraverso un controllo di tipo commerciale, piuttosto che da un controllo medico che invece ne indica in maniera molto esatta la tipologia di paziente che può assumere il farmaco. Con risvolti anche sul Ssn, che con la ricetta medica, ha un controllo delle indicazioni precise sull'utilizzo di un farmaco, che ha comunque un costo. Sono due motivazioni molto importanti che sommate portano a prendere una decisione come quella del Consiglio Superiore.
Se in Europa si va in tutt'altra direzione, potrebbe voler dire che nel nostro Paese su questi argomenti si innestano pressioni di vario tipo? Direi che non tutta l'Europa va nella direzione della liberalizzazione, ma solo una parte. Nonostante io sia un europeista, credo bisogna prendere solo ciò che di positivo c'è e non tutto in blocco. La obbligatorietà di ricetta medica per l'ulipristal acetato, non vuol dire togliere a ciascuno la libertà nell'utilizzo della pillola in questione, ma semplicemente rendere le pazienti più coscienti e consapevoli delle loro scelte mettendole nelle condizioni di decidere in maniera più ragionata e in accordo col proprio medico, che valuterà volta per volta l'appropriatezza dell'assunzione secondo il quadro clinico.
Rossella Gemma
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