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Politica e Sanità

13 Marzo 2015

Da progetti pharmaceutical care e prevenzione risultati di salute in coordinamento con Mg


Le esigenze di salute richiedono ormai un approccio di professionalità diverse sempre più coordinato e contemporaneamente il cambiamento della medicina generale verso forme organizzative complesse, quali per esempio le Aggregazioni Funzionali Territoriali, rende necessaria l'interazione con più figure professionali e l'acquisizione di una diversa mentalità organizzativa che dovrà far interagire, anche attraverso strumenti più evoluti, tutti gli operatori con l'obiettivo di migliorare prevenzione e processo di cura con l'adeguata appropriatezza. Con il risultato di un utilizzo più razionale e mirato delle risorse economiche. Sono questi alcuni degli spunti emersi nella conferenza stampa di ieri in cui sono stati diffusi i risultati del progetto di pharmaceutical care che ha visto l'integrazione di farmacisti e Mmg realizzato nel Veneto da Asl Vicenza, Dipartimento di Nefrologia Dialisi e Trapianto Renale dell'Ospedale San Bortolo di Vicenza, da Ordine dei Farmacisti, Federfarma Vicenza, Ordine dei Medici, Società Italiana di Medicina Generale (SIMG). «La quasi totalità dei pazienti ipertesi vengono a oggi assistiti nell'ambito della medicina generale» è una delle riflessioni emerse «ed è noto che un Mmg con 1.500 assistiti ha circa 400-450 pazienti affetti da ipertensione arteriosa. Di questi solo il 35% si può definire a target rispetto gli obiettivi pressori. I risultati preliminari dello studio hanno evidenziato non solo la necessità di collaborare a tutti i livelli nell'ambito del Ssn» ma è «risultato fondamentale, anche nell'ambito della farmacia, attuare strategie di tipo preventivo volte a fornire informazioni alla popolazione (educazione sanitaria), promuovere corretti stili di vita e/o correggerli, nonché valutare fattori di rischio che potrebbero determinare IRC». Il progetto, dal titolo"Farmacia ed ipertensione: prevenzione del danno renale", ha visto partecipare nella prima fase, dal 6 ottobre al 6 febbraio, 35 farmacie (56 farmacisti), che hanno effettuato 2036 interviste e sottoposto i pazienti a misurazione pressoria, e 12 Medici di Medicina Generale della provincia. Obiettivo è stata, come ha spiegato Alberto Fontanesi, presidente di Federfarma Veneto, «l'identificazione dei soggetti ipertesi misconosciuti, vale a dire non ancora diagnosticati sul territorio, censimento dei pazienti ipertesi che, pur essendo in trattamento farmacologico, non rientrano in termini di valori pressori nei target definiti dalla Società Europea di Ipertensione (ESH) e dalla Società Europea di Cardiologia (ESC)». Tra i risultati è emerso che «c'è una popolazione di soggetti Ipertesi misconosciuti pari al 26,26% e che il 56,97% di pazienti ipertesi in trattamento farmacologico risulta non essere a "GOAL terapeutico", cioè i loro valori pressori sono superiori a quelli indicati come normali dalle Linee Guida Internazionali». Inoltre, «il 49,2% degli intervistati, quasi la metà del campione, ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che l'ipertensione arteriosa, se non adeguatamente trattata, può determinare un danno renale». Questo progetto, è il commento «è la dimostrazione che quando la farmacia è chiamata a collaborare con la medicina generale si possono ottenere risultati notevoli. I risultati mettono infatti in luce i benefici che la salute dei cittadini e il Ssn possono ottenere dal coinvolgimento delle farmacie in iniziative di pharmaceutical care e in studi di rilevazione dello stato di salute dei pazienti, perché l'intervento delle farmacie in maniera coordinata con la Mg può ottenere un aumento nell'indice di aderenza. Il nostro augurio è che possano essere estesi su ampia scala».

Francesca Giani

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