Politica e Sanità

01 Aprile 2015

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Seguire il Ddl concorrenza attraverso un'azione di pressing a livello parlamentare, delineare, con il contributo di esperti, una serie di soluzioni concrete che permettano alle farmacie di essere pronte a competere per un eventuale ingresso del capitale, e proseguire sul binario parallelo della farmacia dei servizi, puntando a una normativa quadro a livello nazionale. È questo quanto emerso dall'assemblea di Farmacieunite che ha votato all'unanimità il mandato al consiglio direttivo: «Abbiamo preso contatto con una serie di esperti» spiega Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite, «per studiare soluzioni concrete, adatte a tutte le farmacie che rappresentiamo, a tutela della indipendenza e autonomia. Certo la nostra azione è anche diretta a portare avanti le nostre istanze nell'iter parlamentare che avrà il Ddl concorrenza, ma è chiaro che occorre essere pronti e attivi. Obiettivo è in questo senso fare massa critica per avviare un confronto con il capitale, in modo che sia il più sereno possibile e per poter cogliere anche le eventuali opportunità che si potrebbero prospettare. Fondamentale in questo frangente è uscire dall'individualismo che caratterizza il nostro sistema, un cambio di mentalità e di orientamento: se riusciamo a rimanere uniti e a fare network avremo un grande strumento per tutelare indipendenza e autonomia e anche l'impronta sanitaria delle nostre farmacie. E devo dire che dall'assemblea questo messaggio di unità è uscito forte». Per quanto riguarda l'azione parlamentare sul ddl concorrenza, «l'assemblea si è orientata a riconoscere l'importanza di limitare l'ingresso del capitale e di garantire la maggioranza in mano al farmacista. Ma anche a prevedere una serie di tutele per non snaturare il ruolo professionale e sanitario della farmacia, mantenendo la specificità del nostro sistema, quali per esempio un blocco all'accesso di chi vende farmaci». Sulla linea della farmacia dei servizi, «il percorso va avanti, in parallelo e con convergenze e la direzione è quella già anticipata della presa in carico del paziente. La linea condivisa in assemblea ha individuato la necessità di arrivare a una normativa quadro, con il coinvolgimento del ministero della Salute e di chi è competente, che consenta declinazioni regionali in modo da adattare il modello alle specificità dei territori». Da Gariboldi Muschietti un punto anche sul fronte sindacale: «continuiamo a ricevere manifestazioni di interesse e di curiosità da parte di molte province, in particolare nel centro nord». Mentre per quanto riguarda la convenzione, «pur essendoci una forte intenzione anche da parte delle regioni di arrivare al più presto a chiuderla, ci pare che l'esigenza di un passaggio parlamentare per un adeguamento della normativa - se l'impianto rimarrà quello che ci è stato sottoposto finora - possa in qualche modo rallentarne la chiusura. Ma naturalmente staremo a vedere».

Francesca Giani