Dati Pgeu su farmacisti al banco. Fiafant: pochi rispetto ai laureati
La presenza media, nelle farmacie italiane, di quasi tre farmacisti, secondo quanto segnala il Report 2014 del Pgeu, che pone l'Italia al quarto posto in Ue per numero di professionisti laureati per presidio dopo Austria, Slovenia e Svizzera, è un dato positivo ma va rapportato al sistema normativo e al numero di laureati che in Italia è ben più alto rispetto, per esempio, alla Svizzera. Commenta così, Anna Attolico, presidente del Fiafant la Federazione italiana delle associazioni dei farmacisti non titolari, i dati emersi dal documento del Pharmaceutical Group of the European Union. «Non si tratta di dati significativi di per sé. Di certo non dal punto di vista occupazionale» spiega Attolico «poiché i livelli in Italia sono ancora in una situazione drammatica a fronte di un numero elevato di laureati. Mentre in Austria o in Svizzera c'è addirittura carenza, motivo per cui spesso chiedono ai laureati italiani e come primo impiego offrono retribuzioni attorno ai 2.700-2.800 euro al mese. I numeri segnalati dal Pgeu» prosegue Attolico «riflettono le dimensioni del bacino medio di utenti e il del personale necessario per soddisfare le richieste. In paesi come la Francia, per esempio, il numero di abitanti è più basso rispetto all'Italia». Ma secondo Attolico «si tratta di dati non paragonabili tra loro». E spiega: «Stiamo parlando di realtà molto diverse e di sistemi-farmacia differenti. Il nostro sistema chiuso con contingentamento dei presidi, quorum fissato, apertura per concorso non può essere paragonato a quello di altri paesi, in particolare con quelli dove vige una politica di libero mercato. Ci sono logiche completamente diverse, dunque, possiamo dire di essere contenti del dato Pgeu, ma non c'è nulla di cui compiacersi poiché il livello di disoccupazione resta alto».
Simona Zazzetta
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