Diabete, Amd: revisione Lea mette a rischio salute dei pazienti
«Una scelta miope e in assoluto contrasto con tutto ciò che in questi anni il Ministero della salute e la comunità di medici, persone con diabete, associazioni di volontariato e degli operatori sanitari hanno fatto per combattere questa vera e propria epidemia del XXI secolo». Così Antonio Ceriello e Nicoletta Musacchio, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'Associazione medici diabetologi, riunita sino a sabato 16 maggio a Genova per il XX Congresso nazionale, commentano la proposta di revisione dei Lea in discussione in queste settimane che non riconosce «tra le prestazioni erogabili la "visita diabetologica", inglobandola in una più generica "visita endocrinologica"». Un no convinto, visto che, sottolinea Ceriello «il diabete è l'unica malattia non trasmissibile che le Nazioni Unite abbiano dichiarato, con una risoluzione dedicata, problema sanitario e sociale per il pianeta, alla pari di tubercolosi, aids e malaria». Ma lo stesso ministero della Salute «ha messo a punto, non più di un paio di anni fa, uno specifico "Piano nazionale per la malattia diabetica", l'unico piano nazionale mai dedicato a una singola malattia. Possibile che tutto questo non abbia alcun peso nelle valutazioni di merito destinate a definire le priorità di cura del nostro servizio sanitario nazionale?» si domanda il presidente Amd. «Domani» ha aggiunto Musacchio «saranno presentati al congresso i dati di un'indagine condotta tra gli associati Amd, ossia proprio i medici diabetologi operanti nei circa 600 centri del sistema sanitario nazionale, nell'ambito del progetto "DIA&INT" volto a valutare le attività diabetologiche con l'intento di essere propositivi nella "manutenzione" dell'assistenza prestata alle persone con diabete. I risultati fanno emergere come le cinque pratiche che i diabetologi dichiarano più importanti per la pratica quotidiana e per assicurare l'efficacia della cura sono attività già oggi non riconosciute nei Lea. Ci saremmo aspettati un conseguente adeguamento delle prestazioni». Ciò che peraltro lascia stupefatti» conclude «è che la proposta di revisione dei Lea sia stata fatta da cosiddetti tavoli tecnici, senza consultare le società scientifiche e i professionisti. Invitiamo a rivedere questa ipotesi. Amd e tutte le società Scientifiche interessate sono disponibili a collaborare a stilare un'appropriata lista di attività diabetologiche utili e necessarie, legandole a competenze specifiche e identificandone le priorità. Tutto ciò, si badi bene, nell'interesse dei cittadini italiani con diabete».
Marco Malagutti
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