Almalaurea, nel 2014 segnali positivi su occupazione laureati
«Ci sono ampi spazi per migliorare la qualità dell'offerta formativa e della didattica delle università, soprattutto in alcuni ambiti, ma questo miglioramento deve essere ispirato da strategie lungimiranti e condivise, basate sul fatto che il sistema scolastico e universitario deve "preparare per lavori che non sono stati ancora creati, per tecnologie che non sono ancora state inventate, per problemi che ancora non sappiamo che nasceranno"». È questa una delle riflessioni contenute nel XVII Rapporto Almalaurea su profilo e condizione occupazionale dei laureati che è stato presentano ieri a Milano. Per quanto riguarda la situazione dei laureati, secondo quanto si legge nel comunicato stampa di presentazione «testimonia quei timidi segnali di inversione di tendenza che fanno sperare in un 2015 più roseo. La lettura dei principali indicatori esaminati, se da un lato conferma le difficoltà riscontrate sul mercato del lavoro nel corso di questi anni, dall'altro evidenzia nel 2014 timidi segnali di ripresa del mercato del lavoro. Il lungo periodo di recessione ci consegna tuttavia un pesante fardello e conferma, per l'altro verso, le persistenti difficoltà occupazionali di coloro che si sono laureati a cavallo della crisi, come testimoniano i dati relativi ai laureati indagati a cinque anni dal titolo presentati lo scorso 16 aprile. Si tratta di una gravosa eredità, che condizionerà le opportunità occupazionali di questi laureati anche nella fase di ripresa dell'economia e in un orizzonte di medio - lungo termine». In particolare, fa il punto il comunicato, per quanto riguarda il tasso di occupazione ad un anno dal titolo, per i Laureati magistrali a ciclo unico (ovvero i laureati in architettura, farmacia, giurisprudenza, medicina, veterinaria), «il tasso di occupazione è pari a circa il 50%. Si tratta di una realtà molto particolare, caratterizzata da un'elevata prosecuzione degli studi con formazione non retribuita propedeutica all'avvio delle carriere libero professionali (ad esempio, praticantati, specializzazioni, tirocini)». Il «tasso di disoccupazione sfiora il 30%» mentre «la quota di occupati stabili aumenta infatti di oltre 2 punti percentuali rispetto alla precedente indagine. Il lavoro stabile è quindi pari, a un anno, al 39% tra i triennali, prossimo al 34% tra i magistrali e del 38% tra i laureati a ciclo unico. Le indagini Almalaurea realizzate negli anni precedenti confermano che la stabilità lavorativa nel corso della recessione ha subito una significativa contrazione, legata in particolare al vero e proprio crollo dei contratti a tempo indeterminato».
Francesca Giani
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