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Politica e Sanità

11 Giugno 2015

Ricetta elettronica, lontani da obiettivi. In alcune regioni medici stentano ad aderire


Una situazione a livello nazionale ben lontana dagli obiettivi dell'agenda digitale, con il raggiungimento di circa il 40% delle ricette dematerializzate (contro il 90% delle previsioni), con Regioni, come il Veneto, che, oltre a essere in testa alla classifica, è già passata alla sperimentazione della prescrizione con gli specialisti, e Regioni ancora ferme o che stanno avviando ora la macchina. Tanti sono i nodi aperti, tra problematiche di natura tecnica e in alcune zone, come Puglia e Lombardia, poche adesioni tra i medici di medicina generale. «A livello nazionale» è il punto che Gianni Petrosillo, amministratore delegato di Promofarma, ha fatto a Doctornews, «i dati a marzo indicano una percentuale di dematerializzazione del 37,6%, un valore ben lontano dagli obiettivi dell'agenda digitale che per il 2015 prevedevano una quota del 90%. Certamente da qui alla fine dell'anno la percentuale è destinata ad aumentare ma non con una rapidità tale da colmare il gap. Per quanto riguarda le Regioni, sempre rispetto alla situazione a marzo, abbiamo Veneto e provincia di Trento in testa, con un valore di oltre l'86%. A seguire Sicilia, 83%, Campania, 78%, Piemonte, 76% e Valle d'Aosta, più o meno allo stesso valore. Poi si passa a Emilia Romagna con il 63%, Friuli Venezia Giulia, 54%, Abruzzo, 45%, Marche, 27%, Toscana, 22%. Con percentuali sempre più basse troviamo Liguria e Lombardia, che sono sotto il 5%, Umbria al 2,4%, Molise, 0,4%. Ancora a zero sono Bolzano, Lazio, Calabria, Sardegna, anche se va detto che in alcune zone la macchina si sta mettendo in moto. Da notare il Veneto che, oltre a essere in cima alla classifica, sta partendo con il coinvolgimento degli specialisti, una fase più complessa, che richiede anche una diversa strumentazione». In generale, «nella maggior parte delle regioni il rallentamento è stato legato a difficoltà tecniche e strumentali, come per esempio in Lombardia, che ha riscontrato problemi in particolare con la codifica delle esenzioni regionali, ma anche al ritardo nel raggiungimento tra amministrazione e parti di accordi su modalità, obiettivi, ed eventuali riconoscimenti economici per i medici, come per esempio in Molise». Ma anche in Puglia dove, stando a quanto racconta, Filippo Anelli, segretario della Fimmg regionale, il principale sindacato della medicina generale, «per ora la sperimentazione è partita su 100-150 Mmg. Nel momento in cui saranno risolte le questioni tecniche - abbiamo chiesto alle software house un impegno nel miglioramento dei tempi di lavorazione, in modo da non gravare sull'attività dei medici - e quelle sindacali - siamo in attesa del regolamento da parte della regione per le modalità di distribuzione di un riconoscimento da destinare al collaboratore di studio per l'aumento delle attività di front end - credo si riuscirà a partire». Sulla Lombardia, a parte le criticità riscontrate, che sono in via di risoluzione, manca un'adesione piena dei medici di medicina generale: come racconta Fiorenzo Corti, segretario Fimmg regionale, «sono ancora molti i medici che non hanno neanche cominciato. Probabilmente poco invogliati dalle problematiche tecniche ma credo che in questo qualche responsabilità le Asl ce l'abbiamo perché, ci pare, hanno fatto ben poco per spingerli». Per quanto riguarda infine la «validità della ricetta sull'intero territorio nazionale» conclude Petrosillo, «credo che le intenzioni siano di renderla effettiva nel momento in cui tutte le macchine regionali saranno partite». E intanto, dal mondo medico, una richiesta che arriva un po' da tutti è quella di abbandonare in maniera definitiva la carta.

Francesca Giani

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