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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

Un rinforzo ai chemioterapici


Una collaborazione tra i ricercatori dell''Università di Toronto, dell''Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano, del Memorial Sloan Kettering di New York e dell''Università di Utrecht in Olanda ha portato a identificare il meccanismo con cui i farmaci anti-angiogenici aumentano l''efficacia dei chemioterapici. “Abbiamo osservato - spiega in una nota Francesco Bertolini, direttore del Laboratorio di ematoncologia dell’IEO, che ha coordinato il team italiano - che la somministrazione di alcuni tra i più comuni chemioterapici, come i taxani e il fluoruracile, causa un brusco innalzamento del fattore di crescita SDF-1, una molecola che regola il passaggio delle cellule tra il sangue periferico e i diversi organi del corpo. Si muovono nel sangue periferico i progenitori endoteliali normalmente di casa nel midollo osseo: sono capaci di differenziarsi in cellule mature e di generare nuovi vasi sanguigni. Se le cellule tumorali riescono a sopravvivere alla chemio, questi progenitori si assumono il compito di ripopolare la massa tumorale residua, favorendone quindi la ricrescita proprio grazie alla creazione di nuovi vasi". Per impedire tutto ciò, il bersaglio da bloccare è il fattore di crescita SDF-1 e i progenitori endoteliali devono essere immobilizzati. I ricercatori hanno pensato di far precedere i chemioterapici dalla somministrazione di alcune molecole già conosciute per la loro proprietà di impedire l''innalzamento di SDF-1, e di alcuni farmaci anti-angiogenici in grado di bloccare la mobilizzazione dei progenitori endoteliali. "I risultati sono stati molto incoraggianti - continua Bertolini - perch� a livello preclinico la crescita tumorale è stata effettivamente bloccata. Le prospettive future sono ora quelle di associare anche in clinica i farmaci anti-SDF-1 e anti-angiogenici alla tradizionale chemioterapia". Dalla molecola al medicinale la strada è ancora molto lunga e dunque la speranza per i malati è che l''industria decida rapidamente di investire nelle ultime fasi della ricerca e nella produzione e sperimentazione clinica del nuovo farmaco.

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