Politica e Sanità
30 Giugno 2015Secondo le nuove Linee guida della Regione Lazio per la gestione del rischio clinico in ospedale, è necessario scrivere in stampatello per evitare l'84% degli errori nella prescrizione della terapia e diminuire drasticamente il numero di errori sanitari che si registrano ogni anno, circa 320.000 su un totale di 8 milione di ricoveri. È un problema di cui si è parlato molto qualche decennio fa ma che ora, in piena era informatica e telematica, può apparire sorprendente. Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) precisa che il classico medico di famiglia con la scrittura illeggibile è una figura del passato: «in un mondo in cui noi usiamo pressoché integralmente il computer, non riesco a capire dove stiano questi professionisti che ancora scrivono a mano e in corsivo in ogni caso non riguarda noi, perché i medici di medicina generale adoperano tutti il computer senza nessuna eccezione. Il computer non è un optional ma è obbligatorio e le ricette dei medici sono stampate per il 96% col computer quando non sono addirittura dematerializzate». Dell'argomento si è parlato al convegno "Paziente sicuro in ospedale" tenutosi a Roma e Alessandro Boccanelli, presidente dell'Associazione salute e società Onlus e co-presidente della Società italiana di cardiologia geriatrica (Sicge), ribadisce la criticità degli errori di prescrizione, ma si riferisce in particolare alle schede cliniche scritte in modo poco chiaro. «Il collega o l'infermiere non comprende la scrittura del medico che ha indicato la cura e questa viene modificata. - spiega Boccanelli - Basterebbe scrivere sempre in stampatello sulle cartelle cliniche per prevenire moltissimi guai, visto che proprio gli errori di prescrizione sono responsabili in un caso su due degli "incidenti" durante i trattamenti, mentre gli errori di somministrazione sono il 26% e quelli di distribuzione il 14%». Il percorso intrapreso dai medici di famiglia verso l'informatizzazione e addirittura la dematerializzazione dovrebbe dunque essere esteso anche in ambito ospedaliero. In attesa che questo accada, anche lo stampatello può aiutare.
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