Politica e Sanità

10 Luglio 2015

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«Implementare il ruolo del farmacista nel Ssn, farne una figura complementare al medico, favorire l'incontro all'interno della professione: certo, siamo tutti d'accordo. Ma dove sono gli strumenti?» È questa la domanda che Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, avanza all'indomani del tavolo dedicato all'attività professionale dei farmacisti e alla valorizzazione del loro ruolo nel Ssn lanciato dal ministero della Salute con alcune rappresentanze della professione. «C'è una grande volontà da parte del ministero della Salute di rilanciare e sviluppare la professione e il tavolo avviato è una buona opportunità. Ma quello che mi permetto di evidenziare è che valorizzare ruolo e funzioni dei farmacisti nel Ssn è ciò che le farmacie comunali chiedono da tempo, ma ci vogliono gli strumenti. Se non ci sono, il percorso diventa difficile e quello che rileviamo è che lo scenario normativo è in un certo senso sospeso. Vogliamo parlare del fatto che in farmacia possano essere gestiti i farmaci innovativi, che le farmacie siano un osservatorio privilegiato su cittadino e sulla cura del paziente, che qui passino le funzioni di monitoraggio dell'appropriatezza terapeutica? Benissimo: ma come fa ad entrare l'innovazione in farmacia senza una revisione della remunerazione? Come si fa a parlare dei servizi senza la convenzione? Il clima che respiriamo è di sospensione: remunerazione convenzione, come pure i concorsi, è tutto, finora, rimasto fermo. E la sensazione è che, al di là di qualche proclama che ogni tanto torna, c'è un clima di attesa, come se al momento non si volesse realmente far avanzare le cose, e all'orizzonte c'è il nuovo prontuario e soprattutto la grande incognita del Ddl Concorrenza, che potrebbe sconvolgere l'intero sistema. Mentre quello che serve sono azioni nuove o rischiamo la fine della farmacia come la conosciamo».

Francesca Giani