Politica e Sanità
15 Settembre 2015È in dirittura d'arrivo il progetto del gruppo di acquisto delle farmacie comunali che potrebbe coinvolgere, nella fase di partenza, oltre un centinaio di farmacie, in particolare del nord Italia, e che si sta definendo via via nei suoi contorni. A fare il punto Francesco Schito, direttore generale Assofarm, che spiega: «Il progetto parte da una serie di riflessioni e premesse: innanzitutto un obiettivo di miglioramento della redditività delle farmacie, la necessità - per le nostre farmacie legate anche alla riforme della Pa che si sta definendo - di razionalizzare costi e funzionamento, e quella di contrastare, di essere pronti ai cambiamenti prospettati dal Ddl concorrenza, che, nella forma in cui è oggi, vede un arrivo dei capitali in un certo senso senza reti, con pochi vincoli. Ma anche l'esigenza di riportare il rapporto con grossista e industria da una situazione di asimmetria informativa e negoziale a un livello più paritario, di avere un listino ben costruito, aggiornato, proprio nella direzione di una maggiore redditività, e così via. Il progetto è in via di ultimazione in questi giorni e si sta progressivamente definendo. Le ipotesi possono essere anche quelle di proporsi come un centro servizi e riguardare non solo gli acquisti di farmaci, ma anche tutto quanto è necessario all'attività delle farmacie: la gestione delle assunzioni, per esempio, di prodotti come carta e così via, fino a pensare al private label, alla possibilità di portare specializzazione nelle farmacie. Sono molte le farmacie e le aziende interessate e al momento c'è un gruppo particolarmente attivo e motivato. Sicuramente ci sono resistenze da vincere e per questo una delle ipotesi è di prevedere una partecipazione con livelli differenziati di adesione. E ci sono ancora alcune questioni aperte come per esempio la governance: l'idea è di non costruire una sovrastruttura, che potrebbe appesantire costi e funzionamento, e per questo le riflessioni vanno verso due soluzioni: dedicare una figura che sia responsabile del progetto per area di riferimento oppure pensare all'outsourcing». Sicuramente, continua Schito, «la necessità è quella di partire anche perché progetti di questo tipo vanno costantemente monitorati e seguiti e già con l'incontro di domani si potrebbe arrivare a un punto decisivo».
Francesca Giani
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