Emergenze cardiache. Palagiano: farmacisti formati su defibrillatore salvano vite
Se nelle farmacie del Paese operasse personale addestrato alle tecniche salvavita (compressioni cardiache manovre di disostruzione respiratoria) e fosse presente un defibrillatore semiautomatico (Dae), ogni anno si potrebbero salvare numerosissime vite umane. Ne basterebbero uno ogni due farmacie. È questo il messaggio emerso dal XXI Congresso della Società scientifica medica Giec (Gruppo intervento nelle emergenze cardiologiche), tenutosi a Napoli la scorsa settimana nella sessione "Il ruolo del Farmacista di territorio nella rete di primo soccorso per le emergenze cardiorespiratorie". «Il farmacista è considerato dalla popolazione un "Dottore"» spiega a Farmacista33 Francesco Palagiano, responsabile della sezione farmacisti del Giec e segretario dell'Asfi «che ha tutta la competenza e le conoscenze per fornire aiuto anche nei momenti di massima emergenza, come in caso di arresto cardiaco o di ostruzione delle vie aeree, in attesa che arrivino i soccorsi professionali allertati da una telefonata al 118. Le farmacie sono considerate luoghi dove ci si può rivolgere con fiducia, sicuri di essere aiutati correttamente, nei primi, cruciali minuti dell'evento emergenziale». Secondo uno studio francese, citato durante i lavori del congresso, è stato dimostrato che per proteggere adeguatamente la popolazione di un certo territorio non è necessario istallarvi un numero indefinito di Dae: «Per una città come Roma, per esempio, ne basterebbero 400, a Milano addirittura solo 200. Un numero inferiore, quindi, al numero delle farmacie presenti in tali città» sottolinea Palagiano «Ma molto più importante del numero totale, è che siano ben distribuiti e segnalati, e che soprattutto siano "presidiati", cioè ci sia sempre nelle vicinanze un operatore addestrato che sappia usarlo in caso di bisogno. Questi criteri sono rispettati dalle "Farmacie Punto Salvavita" aderenti al Progetto Giec "Pharmacy assisted defibrillation", progetto patrocinato dalla Fofi che mira a formare sulle tecniche salvavita tutti i farmacisti, mediante corsi tenuti presso gli Ordini Professionali». A Napoli, per esempio, l'ordine provinciale ha formato più di 500 farmacisti, «dimostrando che» aggiunge Palagiano «puntare sulla formazione dei farmacisti è molto più produttivo che puntare sulla sola installazione dei Dae nelle farmacie in quanto la formazione ricevuta sensibilizza efficacemente i colleghi e li spinge a dotarsi autonomamente di un apparecchio e a segnalarlo esternamente, trasformando la farmacia dove operano in una "Farmacia Punto Salvavita"».
Simona Zazzetta
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