Politica e Sanità

08 Ottobre 2015

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Occorrerà vedere come le previsioni del Ddl Concorrenza verranno declinate, ma quello che ci auguriamo è che, in assenza di un impianto di limitazioni per esempio sul numero di farmacie, sarà necessaria molta attenzione e tutti gli organi che hanno un ruolo di vigilanza, dall'Ordine all'Antitrust, che dovranno evitare fenomeni di concentrazione. È questa una delle riflessioni sul Ddl Concorrenza lanciata da Francesco Schito, direttore generale Assofarm: «Come abbiamo più volte sottolineato, non abbiamo nessun pregiudizio nei confronti dell'ingresso del capitale nel sistema: il cambiamento può essere un'opportunità per le farmacie, che, a maggior ragione in questo frangente, sono ancor di più chiamate a mettersi in rete e a fare sistema. Tuttavia, ci sono preoccupazioni per le poche limitazioni che l'ingresso del capitale ha ricevuto. Per questo, credo che, a maggior ragione, sia necessaria una grande attenzione da parte di tutti. In particolare, ci auguriamo che chi ha un ruolo attivo, come l'Ordine o l'Antitrust, svolga una importante attività di vigilanza per evitare fenomeni di concentrazione». Il ragionamento è che «il sistema di fronte a una catena di dimensioni non eccessive può riuscire a reggere. Altra cosa se ci si dovesse trovare ad avere a che fare con colossi che magari raggruppano 3mila e oltre farmacie. Il timore è soprattutto nei confronti di un servizio farmaceutico che funziona e che non ha pari in altri paesi. Se le caratteristiche di capillarità dovessero perdersi, il primo danno sarebbe per i cittadini». In merito alla fascia C, «bene che non ci siano state modifiche, anche se vorrei sottolineare che una battaglia che deve vederci sempre più impegnati è anche quella di riportare tutti i farmaci in farmacia».

Francesca Giani