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Politica e Sanità

08 Ottobre 2015

Social network e nuove tecnologie, la rete che genera farmacovigilanza


Analisi dei dati immessi dagli utenti dei social network come strumento di farmacovigilanza, confezioni di medicinali evolute che mandano messaggi ai pazienti che dimenticano di aprire la boccetta per prendere la pillola: sono due degli esempi, riportati da Medscape, di come le nuove tecnologie e i social network possono essere utilizzati in modo innovativo in ambito sanitario. Eugenio Santoro, responsabile del Laboratorio di informatica medica dell'Irccs - Istituto Mario Negri di Milano, individua due aspetti complementari: il primo, a livello macroscopico, è quello relativo all'utilizzo delle informazioni che vengono postate e immesse in rete da centinaia di milioni di utenti. «Sono strumenti formidabili - dice Santoro - per individuare tendenze, per rilevare abusi di farmaci, ad esempio di antibiotici, o rilevare effetti collaterali».

E cita i ricercatori del Public Health Institute di Chicago, che hanno analizzato i tweet dei consumatori per individuare possibili infezioni alimentari. Sul tema Greg Powell, direttore del programma di sicurezza globale della GlaxoSmithKline ha dichiarato che un anno di post sui social media fornisce più informazioni sugli eventi avversi degli interi archivi della Food and drug administration; non solo: un algoritmo che ha estratto e confrontato questi dati con quelli della Fda ne ha confermato il sostanzialeparallelismo, fornendone così un'implicita validazione dell'attendibilità. Il secondo aspetto evidenziato da Santoro riguarda il singolo paziente, che «può essere messo al centro dell'attenzione e dell'intervento con un utilizzo intelligente di strumenti come gli smartphone o le nuove tecnologie indossabili. Un esempio è quello dei reminder per l'aderenza a un trattamento farmacologico, un altro è ancora una volta costituito dalla raccolta di informazioni, rilevate automaticamente attraverso sensori o immesse direttamente dal paziente. In questo caso bisogna tenere bene a mente le considerazioni legate alla privacy e per ogni strumento l'utente deve avere ben chiaro in che modo verranno utilizzati i suoi dati».

Renato Torlaschi

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