Politica e Sanità

20 Ottobre 2015

---

Un unico grande gruppo di distribuzione del farmaco di proprietà di farmacisti che da solo detenga il 30% delle quote di mercato, in grado di avere economie di scala e di competere con le multinazionali. È questa la proposta lanciata da Vittorio Contarina (foto) in occasione della convention Federfarma Servizi-FederfarmaCo a Cagliari nei giorni scorsi. «Il mio appello è rivolto alle cooperative e alle società di distribuzione del farmaco di proprietà di farmacisti a creare un grande gruppo italiano forte che sia in mano ai farmacisti» spiega Contarina a Farmacista33. «Dall'unione di tutte le cooperative e società di farmacisti che nel complesso arrivano a coprire il 30% delle quote di mercato» chiarisce «può nascere un colosso leader in Italia nella distribuzione del farmaco, che può fare economie di scala e quindi competere con le società multinazionali. Ma per arrivarci è necessario avviare un percorso a diversi livelli. Come presidente di Federfarma Roma mi impegno a far passare a tutti gli associati un nuovo sentiment condiviso di maggior unione. Se oggi chiedessimo a un farmacista l'identikit del suo nemico probabilmente ci parlerebbe del titolare della farmacia più vicina. Ma non può più essere così, il suo vicino dovrà essere il suo primo alleato in una battaglia che ci dovrà vedere tutti uniti come non lo siamo mai stati. Al ddl concorrenza va riconosciuto, se non altro, il merito di mettere noi farmacisti attorno ad un tavolo a fare i conti con noi stessi e di fronte alla scelta della parte in cui stare. Stare con i farmacisti e con le società di farmacisti o con gli altri cioè con chi vuole impossessarsi della farmacia italiana e ha come interesse unico i fatturati e le stock options. Oggi più che mai il nostro impegno è rivolto a creare questo substrato e quando il messaggio sarà passato i tempi saranno maturi per creare un gruppo unico e forte. Dal canto loro, l'impegno delle cooperative e società dovrà essere quello di mettere da parte personalismi, questioni sospese che appartengono al passato e cercare un modello condiviso su cui costruire un unico grande gruppo italiano di distribuzione. Solo attraverso una cooperativa nazionale di proprietà dei farmacisti italiani, sarà possibile contrastare l'eventuale pericolo dato dall'entrata dei capitali nel mercato delle farmacie».

Simona Zazzetta