Politica e Sanità
23 Ottobre 2015Si scrive super-ammortamenti del 140% per medici e dentisti che comprano macchinari, sgravi al 100% per la frequenza di corsi Ecm, taglio di Tasi ed Imu. Ma la bozza della nuova finanziaria, pronta a passare alla Camera per il voto in prima lettura, contiene tagli dolorosi sulla sanità. Le Regioni sono sul piede di guerra. Obiettivo: il Governo Renzi, che sembra accentrare qualcosa in più del solo controllo dei cordoni della borsa. Il presidente dei Governatori Sergio Chiamparino si è dimesso, ufficialmente per occuparsi dei debiti del "suo" Piemonte, ma la polemica cova sotto la cenere. Per ora tuttavia congela le dimissioni. In effetti, prima, dal Governo si vorrebbe sapere qualcosa di più sul finanziamento del Fondo sanitario nazionale 2016, visto che solo sulla carta si sale a 111 miliardi di dotazione (dai 110 attuali): a gennaio è prevista dalla Finanziaria una manovra concordata tra stato e regioni per risparmiare nella spesa di queste ultime una somma che inizialmente doveva essere di 1,8 miliardi e che salirà a 4 miliardi nel 2017 e poi a 5,4 nel 2018 e 2019. Con questa manovra, per inciso, le regioni devono risparmiare in tutto 4 miliardi ma 2,2 sono stati attribuiti a capitoli extra-sanitari e qui si conta di abbattere più agevolmente l'onere che altrimenti deriverebbe ai servizi. Per gli ulteriori risparmi in sanità la partita appare tutta da giocare, bisogna vedere se i nuovi farmaci salvavita (come gli anti-epatite C), i vaccini e i 200 milioni per i nuovi contratti stanno dentro il Fondo o fuori. In ogni caso, i governatori di otto regioni in piano di rientro vedono concretizzarsi il rischio di nuove tasse e in alternativa di nuovi ticket.
Per Piemonte, Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria e Puglia la normativa prevede un aumento automatico delle addizionali Irpef e Irap per raggiungere il pareggio. In alternativa, le giunte possono alzare i ticket. I quali già quest'anno secondo le rilevazioni dell'Agenzia del Farmaco sarebbero aumentati del 2,4%, ma non nelle regioni dai forti passivi. Scendendo sul capitolo del personale Ssn, invece, proprio per le regioni in rosso la Finanziaria prevede una partenza a razzo dei piani di rientro dei direttori generali di aziende che presentino scarti significativi (oltre il 10%) tra costi e ricavi, ed evoca la decadenza automatica in caso di bocciatura del piano, stavolta per i manager in tutte le regioni. Altra nota amara, la legge ora prevede pure una stretta al turn-over inattesa: nella Pubblica Amministrazione si ipotizza di assumere solo un dipendente ogni quattro che si pensionano, con un ricambio cioè del 25% anziché del 60% com'era invece previsto inizialmente per il 2016.
Mauro Miserendino
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