Garattini, troppi farmaci in circolazione. Per bene Ssn, occorre scegliere quelli utili
16.700 confezioni di farmaci, pari a circa 2 mila principi attivi? Sono troppi. Dovremmo scegliere quelli che veramente sono utili per il nostro Ssn, anche perché è un sistema importantissimo che dobbiamo mantenere in vita. Le parole sono di Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, e sono uno dei temi toccati nella sua lectio magistralis dal titolo «Mito e realtà del Servizio sanitario nazionale» che si è tenuta nella cornice del Congresso nazionale Sifo, in corso a Catania. «Non abbiamo bisogno di tutti questi farmaci per il Servizio sanitario nazionale» è la riflessione di Garattini «e per questo dovremmo scegliere quelli che veramente sono utili per il nostro Ssn». Tra gli altri temi toccati anche la ricerca, ribadendo in particolare la necessità di una desecretazione della sperimentazione dei farmaci: «Si deve cambiare, non è giusto che i pazienti, il pubblico, le società scientifiche non abbiano a disposizione tutti i dati sulla base dei quali un nuovo farmaco è stato approvato. È un diritto che abbiamo» e d'altra parte «molte industrie per fare un farmaco usufruiscono dei dati prodotti con soldi pubblici. In secondo luogo i pazienti si prestano a fare la sperimentazione clinica senza essere pagati. Questo è un atto generoso da parte loro. Terzo, l'industria farmaceutica ha il grande vantaggio di avere in ogni caso un cliente che è rappresentato dal Servizio sanitario nazionale». Ma anche il calo delle vaccinazioni è stato al centro della riflessione: «Abbiamo il triste primato di essere il primo Paese in Europa per quanto riguarda il morbillo: l'anno scorso abbiamo avuto più di 1.600 casi (dichiarati). Un primato per cui siamo stati anche richiamati dall'Organizzazione mondiale della sanità» e che non va trascurato, dal momento che «è una grave malattia». In generale, continua «si ritiene che il 95% di copertura sia adatto a evitare che una certa malattia si diffonda. Noi, per certe vaccinazioni che prima erano obbligatorie, abbiamo anche l'80%, un dato insufficiente che genera malattie».
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