Politica e Sanità
06 Novembre 2015Il contratto è scaduto dal 2013 e la trattativa per ora, se non per un contatto preliminare, è come se non fosse cominciata. Ma se per il presidente di Federfarma Annarosa Racca è tutto sotto controllo, i rappresentanti sindacali scalpitano in attesa che la trattativa entri nel vivo. «Il contratto è scaduto ed è evidente che si debba aprire il confronto» premette Racca «ma per farlo abbiamo bisogno di certezze e stabilità». Il riferimento è alla fase storica con i ben noti ritardi sul fronte della convenzione e della nuova remunerazione e con un Ddl concorrenza in dirittura d'arrivo e che apre scenari profondamente nuovi per la categoria. «Oltre a questo c'è la novità rappresentata dal Jobs act che offre nuove opportunità che è possibile introdurre anche nel nostro contratto. Ciò detto siamo ben disponibili a confrontarci ma a tempo debito quando avremo la tranquillità necessaria». Di tutt'altro avviso Antonio Vargiu, già delegato Uiltucs per il settore farmaceutico, incarico rivestito ora da Stefano Franzoni. «È incredibile che a un anno e mezzo dall'inizio delle trattative Federfarma non abbia dato segnali di alcun tipo e che la trattativa non si sia riaperta». La situazione è complicata e Vargiu non fa nulla per nasconderlo. «Siamo al lavoro su due fronti» spiega. «Da una parte vorremmo a convincere Federfarma a riprendere la trattativa, dopo l'abbandono del tavolo». L'altro fronte è quello del Governo. «Abbiamo mandato una lettera ufficiale al ministero del Lavoro perché ci convochi per una mediazione ma per il momento stiamo aspettando risposta». La speranza è di sbloccare la situazione. «È già successo in passato per il contratto delle comunali che fosse il ministero a favorire l'incontro e l'individuazione delle soluzioni». Non basta, secondo Vargiu, la difficile fase di transizione che sta vivendo il mondo della farmacia, con un Ddl concorrenza in via di approvazione e il sempre più imminente ingresso del capitale. «Non c'è difficoltà che tenga rispetto a un simile stallo» sottolinea «è la seconda legge di stabilità che passa sotto i ponti e se perdurasse questa crisi rischio lo scioglimento anche l'ente bilaterale» minaccia Vargiu.
Marco Malagutti
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