Contratto, Assofarm: necessario impegno responsabile con sindacati
L'attuale Contratto nazionale del lavoro non ci permette di essere competitivi in un mercato mutato e che si appresta a diventare molto più difficile. Se l'esigenza è di cercare risposte a questo contesto, dall'altro non possiamo, e nemmeno vogliamo, degradare le condizioni lavorative delle risorse umane. E in questo senso un impegno è di ricercare il coinvolgimento dei sindacati verso un approccio responsabile. Sono queste alcune delle riflessioni lanciate da Venanzio Gizzi, presidente Assofarm nella relazione in occasione dell'Assemblea Federale che ha proceduto al rinnovo del vertice e della Giunta esecutiva, in cui sono stati toccati diversi temi, dal Ddl concorrenza alla remunerazione. Attraverso « la disdetta del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro» si legge nel documento pubblicato sul Notiziario dell'Associazione, avviata «con l'assicurazione che ne applicheremo i contenuti fino ad un nuovo accordo», «manifestiamo con forza la nostra insoddisfazione per la situazione attuale, ma intendiamo anche lanciare un segnale di rispetto ai dipendenti delle Farmacie Comunali». Il Ccnl attuale «non ci permette di essere competitivi in un mercato non solo mutato negli ultimi anni, ma che si appresta a diventare molto più difficile nel prossimo futuro tanto è vero che, in ossequio alle direttive degli Organi Federali, con il Segretario Generale, abbiamo interpellato Federfarma per una posizione contrattuale comune ed abbiamo constatato che, l'impossibilità di procedure d'insieme, è dovuta anche ad una consapevolezza di operare, come detto, con strumenti non competitivi. Se in occasione dell'ultimo rinnovo del contratto abbiamo lottato per un progressivo allineamento delle condizioni dei farmacisti pubblici con quelli del settore privato, oggi noi sappiamo che i contratti di lavoro applicati da quelle multinazionali che prossimamente entreranno nel mercato della distribuzione farmaceutica italiana, saranno ancora più aggressivi». Per quanto ci riguarda, continua, «non possiamo, e nemmeno vogliamo, degradare le condizioni lavorative delle risorse umane che hanno sempre dimostrato professionalità e dedizione al proprio ruolo di servizio pubblico». Anche se «non possiamo non produrre risposte ad un contesto che certamente si farà più duro. Alla schiettezza contenuta nell'atto di disdetta, deve accompagnarsi un impegno di coinvolgimento dei sindacati verso un approccio responsabile. Le Farmacie Comunali devono continuare a produrre utili. Niente più di questo può convincere le amministrazioni locali nostre proprietarie a mantenerci in vita. I sindacati devono essere consapevoli di questa realtà e collaborare per la sopravvivenza delle Farmacie Comunali».
Francesca Giani
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