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Politica e Sanità

01 Marzo 2016

Farmaci contraffatti, Oms: innovativi anti-epatite C circolano nel Sud Est Asiatico


Il fenomeno della contraffazione fa «un pericoloso salto di qualità»: non più solo farmaci per disfunzioni erettili o anabolizzanti, ma anche farmaci innovativi, in particolare per l'epatite C rintracciati nel Sud Est Asiatico. Lo ha reso noto un comunicato di allerta diramato dall'Organizzazione mondiale della sanità, pubblicato da Aifa sul proprio sito, che ha chiesto a tutte le autorità regolatorie nazionali la massima attenzione e sorveglianza su questi prodotti specifici e a una maggiore vigilanza sulle catene di approvvigionamento dei Paesi che possono essere interessati dal traffico di prodotti contraffatti. L'attività di vigilanza dovrebbe includere ospedali, cliniche, farmacie e ogni altro fornitore di medicinali.

Stando a quanto segnalato «i prodotti identificati come contraffatti sono due "medicinali" utilizzati per il trattamento dell'Epatite C che fanno anche parte della lista Oms dei farmaci essenziali: Sofosbuvir 400mg + Ledipasvir 90mg e Daclatasvir 60mg, messi in vendita con diversi nomi commerciali». Nel febbraio 2016, l'Oms fa sapere di essere stata «allertata da una Ong locale operante in Myanmar che aveva identificato la versione contraffatta dei "medicinali" Ledso e Dakavir, due prodotti che riportavano quale produttore la Pharco Corporation, con sede ad Alessandria d'Egitto. Nel Drug alert dell'Oms sono riportate anche le foto delle confezioni dei due "falsi". La Pharco Corporation ha dichiarato di non produrre medicinali contenenti la combinazione Sofosbuvir 400mg + Ledipasvir 90mg, di non produrre nessun prodotto con il nome Ledso o Dakavir e di non produrre attualmente Daclatasvir 60mg». Non sono state segnalate in questa fase reazioni avverse gravi attribuibili ai prodotti identificati ma, l'Oms raccomanda a chi ne è in possesso di non assumerli e a chi li ha assunti, a chi ha avuto reazioni avverse dopo l'assunzione «di rivolgersi immediatamente a un operatore sanitario qualificato e di riferire l'episodio alle autorità sanitarie e regolatorie del proprio Paese e al locale centro diFarmacovigilanza».

Simona Zazzetta

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