Politica e Sanità
16 Novembre 2011Le ripercussioni della crisi finanziaria che sta travolgendo l''intero Occidente inevitabilmente condizioneranno gli investimenti nelle politiche sanitarie dei singoli Paesi. In questo modo si metterà un punto e a capo a un periodo, gli anni tra il 1990 e il 2005, in cui i finanziamenti hanno superato i tassi di crescita del prodotto interno lordo (Pil). Nel periodo osservato, infatti, le risorse per la sanità sono aumentate in media del 4,5%, contro un aumento medio del Pil pari al 2,5%. L''analisi è di Nick Bosanquet, esperto di politiche sanitarie dell''Imperial College di Londra, che ribadisce: "Una tale sproporzione tra investimenti in sanità e crescita dell''economia è impensabile in un''era di recessione". Un quadro a tinte fosche se si considera, rileva l''esperto britannico, che "il progressivo invecchiamento della popolazione, la disponibilità di nuove tecnologie e farmaci innovativi remano verso un innalzamento dei costi alla voce sanità". In una simile situazione è normale, come sta avvenendo un po'' ovunque e anche in Italia, "che i Governi, come le assicurazioni sanitarie dove sostituiscono il Ssn, stiano mettendo in campo leggi o normative che chiedono di affrontare al meglio la sfida delle risorse limitate. Sia dal punto di vista amministrativo che dei servizi e dei prodotti". Il mercato mondiale, prosegue l''analisi di Bosanquet, è oggi contraddistinto da una dura competizione in molte aree della medicina e della farmaceutica tradizionali. Così è in grado di condizionare i profitti delle aziende, che al momento possono imporre prezzi stratosferici solo quando si tratta di farmaci biotecnologici per alcune malattie come i tumori.
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