Concorso Veneto, prime assegnazioni a settembre con ipotesi di stralcio sedi sub judice
È prevista per settembre l'assegnazione a seguito del primo interpello delle sedi farmaceutiche messe a concorso in Veneto. Tuttavia, ma sembra che neanche in questo caso i vincitori possano dormire sonni tranquilli perché la Regione sarebbe intenzionata a sottrarre ai primi interpellati le sedi sub judice, proprio come era stato fatto in Toscana. Questo è quanto si apprende da fonti interne di categoria. Una scelta «che non ritengo legittima - afferma l'avvocato Gustavo Bacigalupo dello Studio Associato Bacigalupo interpellato da Farmacista33 - soprattutto se si considera che su gran parte di quelle sedi sub judice è già intervenuta una sentenza negativa da parte del Tar». Escludendo dal concorso le sedi con pendenze giuridiche i vincitori in una posizione alta della classifica si vedono negata la possibilità di scegliere sedi eventualmente appetibili, perché qualche collega ha fatto ricorso bloccandole fino al giudizio. Del resto, «come si sta rilevando nei fatti, il rischio che queste sedi possano essere definitivamente soppresse dal CdS è molto contenuto (per di più qui, a quanto pare, il Tar avrebbe rigettato tutti i ricorsi di primo grado) e quindi le sedi sub judice, con questa scelta del Veneto, finiranno per essere assegnate nel secondo interpello e sarà uno dei tanti casi in cui i secondi interpellati potranno sorridere perfino ancor più dei primi interpellati», afferma Bacigalupo. Prima la Toscana e ora probabilmente il Veneto, sono le uniche regioni ad aver optato per una politica di questo tipo: «Soltanto la Toscana ha scelto di stralciare dal primo interpello le sedi sub judice - afferma l'esperto - Tutte le altre Regioni (Puglia, Emilia, Lombardia, Lazio, ecc.) hanno invece optato correttamente per l'inserimento anche di tali sedi tra quelle offerte ai primi interpellati, sottoponendo tuttavia (la futura) assegnazione delle sedi stesse alla condizione risolutiva costituita dall'ipotetico loro annullamento da parte del giudice amministrativo».
Attilia Burke
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