Politica e Sanità
12 Ottobre 2016Il Ddl sulla concorrenza salta dall'ordine del giorno del 'Aula del Senato. È questa la notizia che sembrerebbe mettere una pietra definitiva sopra la possibilità che l'atteso testo di legge venga approvato. Nel calendario fino ai giorni del 2 e 3 novembre messo a punto dalla Conferenza dei capigruppo e letto in Aula dal presidente del Senato, Pietro Grasso, il Ddl in materia di concorrenza, infatti, non viene citato e questo nonostante sia giunto dalla Camera in prima lettura nell'ottobre 2015. Le ragioni sono evidenti e nonostante le generiche rassicurazioni del ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, erano nell'aria da tempo. Il Governo, e il premier Matteo Renzi lo ha ribadito più volte, vuole che l'attenzione sia concentrata sul referendum. L'unico argomento su cui le Camere saranno impegnate è la legge di Bilancio, dalla cui approvazione non ci si può esimere. Ora è certo che fino al 3 novembre non se ne parlerà ed è sempre più probabile che, tenuto conto di referendum, festività di fine anno e tempi tecnici connessi all'iter, la data di approvazione slitti a febbraio del 2017. Un record. Lo stesso ministro in una nota odierna sottolinea come l'ennesimo stop dovrà essere «oggetto di una discussione all'interno del governo per capire cosa si vuole veramente fare perché è un Ddl molto importante» non solo per «ragioni economiche» ma anche perché «è un impegno che abbiamo preso con l'Unione europea». A questo punto, ha affermato Calenda, «bisogna capire con quale determinazione si vorrà portarlo avanti». Il ministro ha tenuto a sottolineare che questa situazione di stallo non ci sarebbe se la riforma istituzionale fosse in vigore «perché il Ddl sarebbe legge» dall'ottobre dello scorso anno, quando il provvedimento è stato approvato a Montecitorio. Alla domanda su quando pensa potrà esserci questo confronto, Calenda ha risposto che sarà «molto presto» e ha aggiunto di non voler fare più previsioni sui tempi fino a quel momento: «io non dò altre date finché non avrò un confronto all'interno del governo per capire quando si vuole calendarizzare».
Marco Malagutti
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