Politica e Sanità
26 Gennaio 2017Serrande abbassate quasi per la totalità delle farmacie private dell'Emilia Romagna questa mattina: ad aderire allo sciopero organizzato da Federfarma regionale «più del 90% delle farmacie private - spiega a Farmacista33 il segretario Federfarma regionale Achille Gallina Toschi - A fare eccezione sono state le farmacie che erano di turno, mentre ad autoescludersi dall'iniziativa le comunali, alcune farmacie del sindacato Ascomfarma, circa una trentina, e quelle della provincia di Parma che aveva già dichiarato che non avrebbe aderito». Uno sciopero che la stessa Federfarma regionale era disponibile a «far saltare» qualora fosse stato sottoscritto da tutti i protagonisti della dispensazione dei farmaci al paziente e dalla Regione, un accordo sulla Dpc che «riportasse i farmaci nella farmacia territoriale, in maniera omogenea in tutta la Regione».
Una bozza di accordo proposto dalla Regione che rispettasse le richieste di Federfarma e di Assofarm c'era stando a quanto afferma Gallina Toschi: «Avevamo dato alla Regione il nostro pieno assenso e disponibilità a firmare già lo scorso venerdì, ma all'ultimo la Regione si è tirata indietro e ha cambiato idea - spiega - Siamo ancora disponibili a riparlarne con loro e ad accettarlo». E se l'accordo c'era e rispettava i criteri richiesti, perché la Regione si sarebbe dovuta tirare indietro? Secondo fonti interne in realtà la bozza di accordo in questione era al vaglio dei direttori generali delle Asl nei giorni scorsi. Mancava solo quest'ultimo ok per arrivare a un punto d'accordo definitivo che avrebbe potuto mettere fine alle polemiche che ormai da più di un anno mettevano a dura prova i rapporti tra le Regioni e il sindacato titolari di farmacia.
Ma, come ribadisce il segretario regionale del sindacato, «la conferenza stampa e lo sciopero erano programmati dai primi di gennaio e la Regione lo sapeva molto bene. Si sarebbe potuto tornare indietro sullo sciopero solo qualora l'accordo fosse stato firmato prima della data dello sciopero. L'accordo non è arrivato e quindi lo sciopero c'è stato». E ora che la serrata c'è stata, Federfarma torna sulla sua posizione «fiduciosa e disponibile a parlarne con la Regione - afferma il segretario - visto che si era vicini a un accordo pensiamo che chiarendosi si possa andare avanti e a giungere alla conclusione della trattativa». Questo accordo potrebbe rappresentare un «primo significativo passo per il ritorno di buona parte di farmaci in farmacia - afferma Gallina Toschi - la distribuzione diretta è molto elevata nella nostra Regione. È giusto che vengano dispensati tramite diretta quei farmaci che necessitano di un particolare monitoraggio o via di somministrazione, per tutti gli altri riteniamo che il luogo ideale per la dispensazione sia la farmacia territoriale».
Attilia Burke
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