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Politica e Sanità

31 Marzo 2017

Vaccino anti-Flu 2016/7, positivi i dati di efficienza: Italia in linea con Usa


Dagli Stati Uniti giunge una stima dell'efficienza della vaccinazione influenzale 2016/7 effettuata dai Centers of diseases control and prevention (Cdc) di Atlanta. Il rapporto americano si riferisce a 3.144 tra bambini e adulti arruolati nell'U.S. Influenza vaccine effectiveness network, rete mirata a valutare l'utilità dell'immunoprofilassi nel prevenire l'infezione da virus influenzale confermata laboratoristicamente e associata a una malattia respiratoria acuta (Ari) medicalmente attesa. Nel periodo preso in esame (dal novembre del 2016 al febbraio del 2017), l'efficienza del vaccino (VE) contro l'infezione da virus dell'influenza A e B associata ad ARI - corretta per luogo dello studio, gruppo di età, genere, etnia, salute generale auto-riferita e giorni dall'insorgenza della malattia all'arruolamento - è risultata del 48% (95% intervallo di confidenza [CI] = 37%-57%). La maggior parte delle infezioni sono state causate da virus A (H3N2). Più in dettaglio, la VE è stata stimata intorno al 43% (CI = 29%-54%) nel caso di influenza causata da virus A (H3N2) e al 73% (CI = 54%-84%) nel caso del virus B. «Questi valori di VE» si legge nel comunicato CDC «indicano che la vaccinazione anti-Flu ha ridotto il rischio di visite di pazienti ambulatoriali di quasi la metà».

Proprio perché l'attività virale rimane elevata, i CDC raccomandano che gli sforzi per convincere alla vaccinazione siano mantenuti finché il virus è circolante. «Negli Stati Uniti c'è una rete costituita non solo da medici ma anche da pediatri simile a quella presente in Italia dei cosiddetti "medici sentinella" i quali, oltre a segnalare i casi di influenza, effettuano la sorveglianza virologica (mediante tampone, inviato ai centri regionali di riferimento) che permette di tipizzare il virus circolante e verificare quanto quest'ultimo possa essere differente (mismatch) rispetto al ceppo contenuto nel vaccino allestito all'inizio della stagione» ricorda Aurelio Sessa, responsabile del settore per la Simg (Società italiana medici di medicina generale e delle cure primarie). «Il lavoro dei Cdc conclude che l'efficienza globale rilevata del vaccino si aggira intorno al 50%: un dato che non si discosta molto da quello presente tutti gli anni» commenta. «Inoltre non ci sono stati discostamenti tra i virus rilevati e quelli contenuti nel vaccino che è stato preparato» afferma Sessa, tenendo anche conto dei concetti di 'efficacy' relativo all'efficacia del vaccino sulla singola persona, e di effectiveness, valevole su coorti di persone suddivise per fasce d'età (bambini, adolescenti, adulti e anziani), precisa. «Quindi il vaccino preparato per questa stagione è risultato assolutamente congruo con il virus che è circolato e pertanto l'efficacia della vaccinazione è da ritenersi buona, anche se il termine del 50% può far pensare che sia offra copertura abbastanza bassa. In realtà questo è quello che normalmente succede, perché si varia dai dati del 40-60% dell'anziano e del paziente con comorbilità, a valori un po' superiori nell'adulto sano e nel bambino». In Italia, ricorda infine Sessa, il picco influenzale si è registrato a gennaio mentre il momento ideale per effettuare la vaccinazione si è confermato il mese di novembre.

MMWR Morb Mortal Wkly Rep, 2017;66(6):167-71.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28207689

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