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Politica e Sanità

08 Maggio 2017

Parma, indagine Nas su Sanità: arresti eccellenti per corruzione e riciclaggio


Un'indagine massiccia quella dell'operazione "Pasimafi", condotta dai Carabinieri del Nas di Parma sulla base di un'ordinanza del Gip del Tribunale emiliano, venuta alla luce nella mattinata di oggi e che ha portato all'arresto di 19 persone tra dirigenti medici e imprenditori nel settore farmaceutico, 75 persone indagate a vario titolo per corruzione, truffa, riciclaggio, peculato, 17 aziende coinvolte in attività illecite e il sequestro di due società e di circa 500.000 euro. Secondo la procura, ideatore e vertice dell'organizzazione sarebbe il professor Guido Fanelli, 62 anni ora agli arresti domiciliari, dirigente medico e direttore della Struttura Complessa 2a Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, un luminare nel campo della terapia del dolore.

Di «corruzione quasi permanente, con mercimonio delle funzioni pubbliche per interessi privati» ha parlato il procuratore della Repubblica di Parma, Antonio Salvatore Rustico. I reati contestati a vario titolo alle persone coinvolte includono l'associazione a delinquere aggravata, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, riciclaggio, truffa aggravata, abuso d'ufficio, peculato, comparaggio farmaceutico, trasferimento fraudolento di valori. L'inchiesta, che scuote il mondo intero della sanità, vede solo a Parma cinque persone finite agli arresti. Dieci le perquisizioni eseguite. «Le approfondite indagini tecniche e patrimoniali hanno permesso di accertar - indicano i Nas - che nei luoghi e nelle strutture controllate dal dirigente (commissione nazionale, Università di Parma ovvero centri regionali di eccellenza nella trattazione della terapia del dolore) venivano valorizzate e condotte sperimentazioni cliniche illegittime su ignari pazienti (con oneri a carico del Ssn) e sviluppate ricerche e raccolte di dati strumentali ai fabbisogni delle industrie, soprattutto con finalità di promozione e divulgazione dei relativi prodotti farmaceutici, avvalendosi della collaborazione di un dirigente compiacente del ministero della Salute».

Il dirigente, inoltre, avrebbe organizzato congressi medici Ecm, direttamente o indirettamente, in violazione delle disposizioni di legge, «che erano di fatto pilotati e sostenuti economicamente da gruppi di operatori del settore (imprese farmaceutiche, produttori di dispositivi, informatori farmaceutici) interessati ad acquisire importanti quote di mercato attraverso il privilegio corruttivo piuttosto che la leale concorrenza». Intanto l'Azienda, avviata la sospensione dei sanitari coinvolti a seguito dell'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dai Nas Carabinieri di Parma, comunica di aver avviato tutte le procedure per «sospendere i sanitari coinvolti dall'attività assistenziale con conseguente sospensione dello stipendio. Al fine di garantire la continuità di cura e il funzionamento del reparto ha affidato la direzione dell'Unità Operativa 2° anestesia, rianimazione e terapia antalgica al dottor Maurizio Leccabue. La direzione aziendale attende fiduciosa la conclusione dell'indagine e si riserva in futuro di valutare la possibilità di dichiararsi parte lesa in un eventuale procedimento». E ci sarebbe anche un lussuoso yacht - il 'Pasimafi V' - nell'operazione del Nas di Parma. E che dà il nome all'intera operazione. Un'imbarcazione che sarebbe stata pagata dalle case farmaceutiche ma, secondo l'operazione, fruita da Guido Fanelli estensore della legge sul dolore e 'perno', secondo i carabinieri, del sistema corruttivo al centro dell'indagine. «Per mascherare l'afflusso di denaro a titolo di retribuzione per i proventi illeciti assicurati all'industria - si legge in una nota dei Nas - veniva allestita una serie di attività commerciali fittizie le quali, attraverso prestanome non direttamente riconducibili al medico ma dallo stesso controllate, erano in grado di incamerare e monetizzare le somme elargite dalle ditte farmaceutiche, attraverso l'emissione di documentazione fittizia, reinvestendole nella gestione in beni di ingente valore (autovetture, yacht, appartamenti, eccetera) ovvero stornarle su conti esteri protetti, in modo da rendere estremamente difficoltosa l'identificazione e la provenienza dei flussi di danaro».


Rossella Gemma

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