Politica e Sanità

19 Maggio 2017

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Pubblicità indiretta di sostanze stupefacenti. Questo il reato contestato a 7 farmacie che compaiono in motori di ricerca specializzati in cui viene segnalato gli esercizi che dispongono di un laboratorio galenico in grado di fare preparazione magistrali a base di cannabis terapeutica. A ognuna il Ministero della Salute ha comminata una sanzione di 8.600 euro sulla base del fatto che essere presenti su tali siti viola l'art. 84 del Dpr 309/90, Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, che recita: "La propaganda pubblicitaria di sostanze o preparati comprese nelle tabelle dell'articolo 14, anche se effettuata in modo indiretto, è vietata".

«Siamo pronti a fare ricorso» spiega a Farmacista33 Marco Ternelli titolare della provincia di Reggio Emilia raggiunto dalla multa «perché il capo d'imputazione non chiarisce quale sia la pubblicità indiretta di sostanze stupefacenti. Il ministero deve chiarire che cosa va considerata pubblicità. Sembrerebbe che lo sia il semplice fatto di dire "in questa farmacia si prepara cannabis terapeutica", ma dai motori di ricerca che sono collegati ai gestionali delle farmacie e possibile risalire alla disponibilità dei farmaci compresi gli oppiacei. Informazione che come cittadino posso ottenere anche con una telefonata o una mail inviata alla farmacia». «Io come tanti altri colleghi sparsi in tutta Italia» dichiara alla stampa locale Edoardo Alfinito, titolare della farmacia San Giuseppe di Grosseto, una di quelle sanzionate «ci ritroviamo in un paradosso del tutto burocratico che vede applicato un articolo di legge di quasi 30 anni fa che vieta la propaganda di sostanze stupefacenti, senza prendere in considerazione il DM 9 Nov 2015 che ha invece sancito l'uso medico della Cannabis».


Simona Zazzetta