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Politica e Sanità

17 Luglio 2017

Cosmetovigilanza, Federfarma Verona: da incrementare. Vanno sensibilizzati anche i pazienti


La cosmetovigilanza è una prassi sanitaria molto importante, ma la cultura in merito deve essere incrementata, tra operatori sanitari e tra i pazienti. E i dati più recenti indicano che c'è stato un incremento del 30% nelle segnalazioni, dal 2013 al 2016, ma in Italia rispetto al resto d'Europa sono ancora troppo basse. A lanciare l'appello Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona, che, in una nota spiega: «Dal 2009 i cosmetici secondo una direttiva dell'Unione Europea (Regolamento (CE) n.1223/2009) vengono tenuti sotto sorveglianza perché possono causare effetti indesiderabili anche gravi. In farmacia viene da anni praticata la cosmetovigilanza, che prende in esame aspetti spesso poco conosciuti come l'interazione dei prodotti per la bellezza con i farmaci. Si tratta di una prassi molto utile per la salute collettiva che si avvale delle segnalazioni giunte al Ministero della Salute per monitorare la sicurezza dei cosmetici».

Ma la situazione vede «una cultura al riguardo che deve essere incrementata perché se è vero che i dati forniti in questi giorni dal Ministero della Salute in collaborazione con l'Università Federico II di Napoli (Fonte: "La cosmetovigilanza nel regolamento cosmetici. L'applicazione in Italia") registrano un incremento del 30% delle segnalazioni dal 2013 al 2016, quelle italiane sono ancora molto meno numerose rispetto al resto d'Europa». D'altra parte, «la qualità dei cosmetici è fondamentale per una corretta ed efficace cura della pelle. Tanti sono gli aspetti da valutare anche dopo l'acquisto e molto importante è la conservazione perché da questa dipende l'integrità del prodotto e la sua validità. Il ruolo investigativo del farmacista in questo ambito contribuisce alla formulazione della corretta segnalazione» ma c'è poi anche «la rete delle farmacie che offre una sicurezza concreta perché tutti i prodotti sono non solo filtrati alla base, ma garantiti da un costante controllo incrociato che ne evidenzia le qualità e, nel peggiore dei casi, anche gli effetti negativi».

C'è però un altro aspetto: «è il paziente a dover fare la prima mossa» e «l'invito» che deve essere rivolto proprio ai pazienti è quello di «entrare in farmacia o rivolgersi al proprio medico quando si notano delle reazioni particolari dopo l'utilizzo di prodotti cosmetici: si tratta di un atto di civiltà per la propria salute e la salvaguardia della collettiva». E questo è ancora più vero d'estate: «Proprio in estate troppo spesso, infatti, non si tiene conto che i prodotti topici devono godere della temperatura controllata, mentre invece vengono lasciati per ore sotto il sole cocente credendo che la loro integrità sia illimitata. La cosmetovigilanza è dunque una prassi sanitaria molto importante anche e soprattutto d'estate quando sono frequenti le foto dermatiti a seguito dell'esposizione al sole. In casi come questi è fondamentale capire se sia stato il prodotto in sé a provocare la reazione indesiderata oppure un principio attivo precedentemente assunto, come un antistaminico o anche prodotti naturali come l'essenza di bergamotto che può essere utile per la detersione della pelle, ma non deve essere utilizzata prima dei bagni di sole».

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