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Politica e Sanità

17 Luglio 2017

Infiltrazioni mafiose in farmacia: indagine si allarga alla provincia di Milano


Per ora sono solo ipotesi investigative, ma la Direzione distrettuale antimafia torna a interessarsi di farmacie e, in particolare, della"rete di relazioni" in cui si inseriscono due farmacie della provincia di Milano, una a Corsico e una a Corbetta: in entrambi i casi sono stati messi in evidenza legami familiari con normi di indagati appartenenti alla 'Ndrangheta calabrese. Si tratta, stando a quanto riporta la stampa locale, di sospetti degli inquirenti emersi dall'inchiesta partita dalla farmacia milanese di piazza Caiazzo, un'operazione che nel 2016 ha portato all'arresto di Giuseppe Strangio ex direttore delle Poste di Siderno (Reggio Calabria), accusato di aver riciclato i soldi della droga del clan Romeo di San Luca con l'acquisto della farmacia milanese.
Nelle carte di quell'inchiesta viene svelata una rete di relazioni che porta alla farmacia Primo Maggio di Corbetta, in provincia di Milano, non coinvolta nell'indagine ma di proprietà dei fratelli Rosario e Francesco Perre anche loro imparentati con i Romeo di San Luca e di recente divenuti proprietari della farmacia Europa di Corsico. I due fratelli sono praticamente incensurati, uno di loro ha già lavorato in farmacia a Cesano Boscone (Milano), ma sui loro nomi pesano legami di parentela diretti o acquisiti, con cognomi importanti della storia della mafia calabrese alcuni dei quali arrestati o coinvolti in operazioni della Dda di Reggio Calabria. La farmacia di Corbetta era già finita nel 2012, nelle carte dell'indagine Grillo parlante e in un'intercettazione telefonica nel maggio 2011 Vincenzo Evolo condannato a 14 anni e 8 mesi, contatta la farmacia Perre e parla con Rosario chiedendo se è possibile avere dei farmaci per due amici «che domani hanno l'aereo». Il farmacista risponde immediatamente: «Per te questo ed altro...». All'epoca dell'indagine sulla farmacia in piazza Caiazzo (cfr. Farmacista33 marzo 2016) Ilda Boccassini capo della Dda disse: «La 'Ndrangheta punta al mercato farmaceutico. Le colpe dei padri non ricadano sui figli, ma ci ha stupito constatare come diversi giovani appartenenti alle famiglie mafiose scelgano di laurearsi in Farmacia». Da capire se le attuali indagini sulle due farmacie dell'hinterland milanese diranno davvero che non si tratta più di casi isolati, come già nel 2016 sostenevano gli inquirenti.

Simona Zazzetta

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